A Joel Meyerowitz (New York, 1938), uno dei protagonisti della scena fotografica contemporanea, Brescia dedica un’ampia retrospettiva in grado di ripercorrere l’intera sua carriera, lungo sei decenni di attività, dagli anni Sessanta del secolo scorso ai nostri giorni, con la mostra “Joel Meyerowitz. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022”, allestita al Museo di Santa Giulia a Brescia fino ad agosto 2025, a cura di Denis Curti e promossa dalla Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Joel Meyerowitz Photography Archive di New York.
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L’iniziativa è l’appuntamento più atteso dell’VIII edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f, Centro della Fotografia Italiana.
La rassegna presenta oltre 90 immagini organizzate per capitoli tematici e propone molte delle fotografie che hanno contribuito a ridefinire il concetto di Street photography, all’interno del quale Joel Meyerowitz fa il suo ingresso introducendo l’uso del colore per interpretare e cogliere appieno la complessità del mondo moderno.
A cominciare dagli anni Sessanta, Meyerowitz emerge come uno tra i giovani fotografi d’avanguardia più interessanti di New York. La sua ricerca corre in parallelo con quella di altri grandi autori quali Robert Frank, Gerry Winogrand, Diane Arbus. L’arte di Meyerowitz si distingue per una peculiare capacità d’immedesimazione e d’immersione totale in ciò che il suo occhio vede e il suo obiettivo traduce in immagine.
La cifra più caratteristica della sua fotografia si può definire con il termine inglese intimacy, ovvero l’abilità di avvicinarsi il più possibile alla scena per cercare di catturare l’intimità del momento, per accogliere e riconoscere l’inaspettato. Esemplari a tal proposito sono quelle realizzate negli Stati Uniti, durante la guerra del Vietnam, che offrono un punto di vista originale della società americana del periodo, contribuendo a riflettere sull’identità del paese in un momento di profonda crisi, usando l’immagine per interrogarsi sul rapporto tra individuo e società, tra guerra e pace.
Non mancano poi le fotografie degli anni Ottanta in cui Meyerowitz allontana progressivamente il suo sguardo dalla strada in favore della natura, come quelle scattate a Cape Cod, sulla costa atlantica del Massachusetts, che si distinguono per il respiro ampio e per la contemplazione meditativa dei luoghi o le sue Still life, dal forte potere evocativo, o ancora le immagini scattate da Meyerowitz, unico fotografo autorizzato a documentare il distretto del World Trade Center di New York, nei giorni successivi agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.
Un focus è dedicato ai 365 autoscatti, mai proposti in Italia, che Meyerowitz si fece, giorno per giorno, durante il lockdown del 2020.