Casorati


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È in corso a Palazzo Reale di Milano, e sarà visitabile fino al 29 giugno prossimo, una delle più ampie e complete retrospettive dedicate a uno straordinario artista italiano: Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963), promossa dal Comune di Milano e Marsilio Arte, curata da Sara Mazzocchi, Giorgina Bertolino, Francesco Poli.

Felice Casorati, Raja, 1924-1925, tempera su tavola, 120 x 100 cm, Venezia, collezione privata © Matteo De Fina

Il legame storico tra l’artista e la città di Milano è uno dei temi della grande antologica e del catalogo edito da Marsilio Arte.

Questa mostra propone una rilettura complessiva del lavoro dell’artista, ripercorrendo in ordine cronologico le diverse stagioni della sua produzione, dagli esordi nei primi anni del Novecento fino agli anni Cinquanta. Sono oltre cento le opere presentate per l’occasione, tra dipinti su tela e tavola, sculture, opere grafiche della stagione simbolista, bozzetti per scenografie di opere realizzate per il Teatro alla Scala, tutte di assoluto rilievo e raffinata qualità, selezionate per la loro esemplare storia espositiva. I prestiti provengono da prestigiose raccolte private e da importanti collezioni pubbliche, tra le quali in particolare la GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, dove è conservata la più importante e ricca collezione museale di opere di Casorati. Cardine del progetto è la stretta collaborazione con l’Archivio Casorati, che ha assicurato il supporto scientifico e la consultazione e condivisione dei materiali documentari storici.

La narrazione segue l’intera cronologia dell’arte di Felice Casorati, documentando l’avvicendarsi delle fonti di ispirazione e degli stili, dal verismo al simbolismo, dal neoclassicismo al realismo magico, dalla fase più espressionista orientata dalle deformazioni picassiane sino al ritorno al sintetismo e alle stesure à plat, caratteristiche della produzione di fine carriera.

Il percorso si apre con le prime opere connotate da uno spiccato realismo e un focus importante sugli anni trascorsi a Verona, dove l’artista si trasferisce con la famiglia nel 1911. In questa città inizia la sua stagione simbolista e secessionista, alimentata dal confronto con la vicina Venezia, dove Casorati frequenta Ca’ Pesaro.
Agli anni Venti risale la collaborazione di Casorati con Riccardo Gualino, collezionista, mecenate e imprenditore, per il quale l’artista dipinge i ritratti di famiglia e progetta il piccolo teatro privato nella loro residenza torinese. Nel 1924 Casorati partecipa alla Biennale di Venezia, un importante momento di riconoscimento e celebrità, cui la mostra dedica un’intera sala.
A partire dalla metà degli anni Venti, Casorati sviluppa il tema delle Conversazioni, un ciclo ideale inaugurato dalla celeberrima Conversazione platonica del 1925 (collezione privata).

In mostra è presente lo straordinario dipinto Annunciazione del 1927, proveniente da una collezione privata: scelto dall’artista per le esposizioni d’arte italiana del 1927 al Musée Rath di Ginevra e poi alla Kunsthaus di Zurigo. Nell’atmosfera rarefatta e sospesa di un interno, Casorati costruisce una scena intima in cui il divino traspare dalla specularità e dalle simmetrie attraverso l’inconciliabilità degli opposti: la luce naturalissima e la geometria complessa ed enigmatica dello spazio.

Sul finire del decennio, l’arte di Casorati è segnata da una svolta in chiave anticlassica, testimoniata in mostra dalle composizioni di una serie di meravigliose nature morte. Nasce il ciclo di dipinti di fanciulle degli anni Trenta e Quaranta con una pittura dalle cromie più chiare che si restituisce in una galleria di figure melanconiche, portatrici di gesti pieni di pathos.
La retrospettiva testimonia anche il lavoro di Casorati per il teatro d’opera, nutrito dall’amore dell’artista per la musica, con le scenografie e i bozzetti, realizzati dalla fine degli anni Quaranta, per il Teatro alla Scala di Milano.

La mostra è accompagnata da un ampio catalogo edito da Marsilio Arte con i saggi dei curatori.

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