Angelo Orazio Pregoni. Giano no race for u man


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Il Galata Museo del Mare di Genova, fino al 13 marzo accoglie un’esperienza sensoriale e visiva: la nuova mostra dell’artista sinestetico Angelo Orazio Pregoni, intitolata “Giano no race for u man”. Un viaggio artistico che fonde pittura, performance e voce, esplorando il tema delle migrazioni e dell’integrazione culturale con una potenza emotiva unica. Il lavoro artistico di Pregoni diventa una lente attraverso la quale il pubblico potrà scrutare le storie di vita di chi ha attraversato frontiere fisiche e culturali, riflettendo sul nostro presente e sulla condizione dell’essere umano.

Angelo Orazio Pregoni, Giano no race for u man, Galata Museo del Mare, Genova


La mostra, che presenta nove teli, una scultura e tre performance live, esplora concettualmente la figura mitologica di Giano Bifronte: il dio dei due volti, simbolo di transizione, di mutamenti e di dualità. Attraverso quest’immagine archetipica, Pregoni ci guida in un percorso intimo che racconta non solo la sofferenza, ma anche la forza, le ambizioni e i sogni di chi ha affrontato la dura realtà delle migrazioni. “Giano no race for u man” non è solo una riflessione sull’integrazione, ma un inno alla possibilità di nuove connessioni, alla bellezza della diversità e al valore della cultura condivisa.
Durante le quattro settimane di esposizione, le performance live di Pregoni (dalle ore d12 dei sabati: domani, 22 febbraio, 1° e 8 marzo) saranno il cuore vibrante della mostra. L’artista dipingerà live i ritratti di tre persone reali, immigrati che, attraverso le loro storie, guideranno il pubblico in un viaggio emozionale e unico. I visitatori potranno immergersi in una esperienza privata di wispering mentre Pregoni ritrarrà non solo l’aspetto fisico, ma l’essenza profonda di ciascun narratore, trasformando ogni pennellata in un atto di connessione e memoria.
Una relazione intensa si stabilisce inoltre tra il dipinto “Cada_veri” e questa esperienza di immersione emotiva. “Cada_veri” infatti affronta e svela la tragedia dei morti di Bucha, in Ucraina, e diventa simbolo di un dolore universale. Le vittime senza volto e senza storia assurgono al ruolo concreto di protagonisti, in una riflessione che trascende la guerra e confina con la testimonianza, invitando a un ricordo eterno, intangibile, di chi è stato privato della possibilità di raccontare la propria storia. Questo dipinto non solo narra la morte, ma rappresenta la memoria, il rispetto e la sacralità di ogni vita.
Angelo Orazio Pregoni è un artista che sfida i confini tra le arti e le emozioni, ma è anche un pittore che guarda al passato per ripensare il futuro. La sua pittura è un atto di pura sinestesia, dove il colore diventa suono e il gesto pittorico si fonde con la narrazione.

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