Fino al 15 marzo prossimo, la Fondazione ICA, Istituto Contemporaneo delle Arti di Milano in collaborazione con Progetto Ludovico presenta Grex, la mostra di Sacha Kanah (Milano, 1981), a cura di Progetto Ludovico e allestita nella project room della Fondazione.
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Il progetto è pensato appositamente per gli spazi di Fondazione ICA Milano: l’artista invita il visitatore a esplorare l’ambiente espositivo dall’esterno, per poi accedere alla project room e sperimentare una percezione amplificata dello spazio e del corpo, dove le sensazioni dominanti sono quelle di claustrofobia e pressione suggerite dagli oggetti industriali presentati.
Grex indaga la relazione tra l’opera d’arte e lo spazio, nel quale Kanah interviene plasmando un ingombrante elemento industriale di cui osserva i mutamenti e le possibili relazioni create tra materia e forma, vuoti e pieni, interno ed esterno. L’artista lavora a una struttura immersiva inserita in un contesto costretto, dove una serie di cisterne da 1000 litri di capienza, prelevate da una tintoria industriale e ripulite da detriti, odori e tracce, respira nello spazio come forma vivente. La mostra nasce da un lungo processo di osservazione, studio e mutazioni che attingono all’architettura di Le Corbusier, alla filosofia di Lefebvre, e alle teorie scientifiche e geografiche di Doreen Massey.
Il titolo della mostra, Grex, trae ispirazione dalla botanica e si riferisce alle piante ibride. L’artista adotta questo concetto per esplorare il rapporto tra uomo e natura e per raccontare la propria ricerca sui materiali plastici, da lui trattati come forme miste, a metà tra il vivente e l’inanimato.
Protagonista dell’esposizione è la serie Doodles, che coinvolge una selezione di opere inedite realizzate con oggetti cavi e contenitori semirigidi di uso industriale. Si tratta di sculture sottovuoto che si deformano sotto la pressione atmosferica, accartocciandosi attorno a un’anima rigida inserita dall’artista. I Doodles sono tenuti in tensione da valvole socchiuse, dove un micro-spiraglio permette alla forma di rilassarsi nel tempo, compiendo una lenta e continua inspirazione. Ne risultano forme organiche e imprevedibili, frutto di un “errore”, innestato nel sistema dall’artista, per esplorare le conseguenze del caso e le sue infinite variabili.