Per mare e per terra


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A Milano, nelle sale espositive dell’Acquario Civico, fino al 9 marzo prossimo è esposta la mostra “Per mare e per terra”, una personale di Gioxe De Micheli, per il quale l’acqua è componente poetica rilevante e ricorrente nella produzione artistica. 

Gioxe De Micheli, venditore di cappelli, olio su tela

Tra i molti motivi di ispirazione che questo tema può suggerire, l’artista mostra evidente preferenza per la considerazione dell’elemento acquoreo nella sua natura di mare, fiume, lago, da intendere soprattutto come luogo del viaggio e delle storie collegate a passaggi nella geografia del mondo e non solo. 

Nell’età più antica l’acqua costituiva la via di trasporto per eccellenza, trasformandosi nello scenario ideale di miti e leggende: anche nella pittura di De Micheli spesso l’acqua definisce lo spazio nel quale vivono personaggi protagonisti di nuove storie, la cui apparenza fiabesca sottende invece una radice di assoluta realtà. Allievo di due tra i più rappresentativi esponenti del Realismo esistenziale, Giovanni Cappelli e Giuseppe Martinelli, Gioxe De Micheli è autore di opere che costituiscono una parte rilevante della produzione artistica milanese e italiana dell’ultima parte del Novecento e degli anni del nuovo millennio. Ricca di riferimenti colti, che spaziano dall’arte più antica all’espressività moderna, la sua pittura mostra un’originalità che rende difficile associarla a specifici gruppi o tendenze dello scenario artistico attuale. Nella mostra all’Acquario Civico diversi temi del percorso espressivo di De Micheli tornano in dipinti realizzati in tempi piuttosto recenti, la maggior parte dopo il 2015. In essi sono narrate vicende che si svolgono appunto “per mare e per terra”, in scenari dove l’acqua assume ruoli diversi ma sempre determinanti per lo sviluppo del racconto. I protagonisti di queste opere sono viaggiatori di terra che affrontano il deserto o le strade delle nostre città con i loro bagagli composti, quasi fossero nature morte; oppure viaggiatori di mare, capaci di percorrere strade liquide su angusti canotti, il cui tragico destino è spesso quello di inabissarsi. Oppure ancora persone che camminano in riva al mare, venditori di cappelli, di salvagente, di aquiloni, con un armamentario di merci che li trasforma in figure quasi totemiche. Nelle storie narrate dalle opere non c’è una trama precisa e anche premesse e conclusioni sono lasciate alla fantasia di chi guarda, suggerendo una riflessione spontanea.

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