Marco Giannattasio. Nel labirinto


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Il MAVI, Museo Antropologico Visivo Irpino, di Lacedonia (AV) fino al 30 marzo ospita la mostra di fotografia documentaria, “Nel labirinto”, di Marco Giannattasio, esposta nelle sale del primo piano dell’edificio ottocentesco. Si tratta di un importante lavoro fotografico dell’autore salernitano realizzato nella regione del Delta del fiume Niger (stato dell’Imo, in Nigeria), dedicato al mondo delle malattie mentali.

Marco Giannattasio, mostra Nel Labirinto, MAVI, Lacedonia

La ricerca di Giannattasio parte dalla considerazione che la malattia mentale è uno dei grandi buchi della società. Ciò che la caratterizza è infatti l’assenza, quella del malato verso le “normali” strutture relazionali, familiari, emotive, ma anche l’assenza della malattia stessa dal dibattito politico, dal sentire comune, dalla possibilità di cure efficaci.

Scrive Marco Giannattasio: “In luoghi economicamente depressi e socialmente fibrillanti la marginalizzazione dei malati raggiunge livelli altissimi. L’uso della contenzione, la reclusione, la perdita di qualsiasi capacità di autodeterminazione sono fenomeni considerati del tutto normali”. E aggiunge: “… Sono rare, ormai superate dai tempi, eppure ancora esistenti le cosiddette cliniche di medicina tradizionale, in verità case, spesso di cosiddetti re o capi locali, stipate in ogni angolo, sottoscala o ripostiglio, in un coacervo di pazienti psichiatrici, neurologici, persone che hanno sviluppato dipendenze, posseduti, vittime di malocchio”.

Giannattasio si domanda quali cure vengono somministrate a queste persone e immagina che: “soprattutto l’opera carismatica e calmante del proprietario, stregone, erborista, anche qui un groviglio inestricabile di saperi e superstizioni. Queste foto sono il racconto di un cammino attraverso questo dedalo”.

Marco Giannattasio è nato nel 1979 e, dopo la laurea e un dottorato in Filosofia, si è dedicato professionalmente alla fotografia adottando un approccio diretto e una visione umanistica. Ha tenuto varie mostre personali ed è stato pubblicato su riviste sia nazionali che estere come Der Spiegel, D di Repubblica, Vanity Fair, Rhytms Monthly.

Confermando l’attenzione del Museo Antropologico Visivo Irpino sia all’Africa sub-sahariana che al mondo della salute mentale e alle sofferenze interiori, questa mostra subentra a un altrettanto rilevante lavoro di ricerca di Etinosa Yvonne, artista visiva e fotografa documentarista nigeriana. Visibile come sempre al secondo piano la mostra permanente dedicata al fotografo e antropologo statunitense Frank Cancian, che costituisce il nucleo fondamentale del MAVI, con una selezione di immagini stampate con metodo tradizionale in altissima qualità e diversi materiali cartacei e multimediali.

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