Angela Detanico e Rafael Lain. Flowering of light


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In occasione delle festività natalizie a Firenze il Museo Novecento ha invitato il duo di artisti Angela Detanico e Rafael Lain a realizzare una grande istallazione video in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio, a cura di Sergio Risaliti, dove rimarrà fino a mercoledì 8 gennaio 2025. L’installazione rientra nel progetto “Irradiazioni”, che da un lato si lega alla simbologia dei fiori come segno di continua rinascita, come in molti dipinti rinascimentali dall’altro dirige l’attenzione ai cieli stellati e all’osservazione dell’infinito, in riferimento anche alla presenza a Firenze degli strumenti di osservazione pioneristici di Galileo Galilei e all’osservatorio astronomico di Arcetri.

Flowering of Light, Angela Detanico e Rafael Lain,2024 Sala d’Arme Palazzo Vecchio,FirenzeCourtesyMuseo Novecento,ph. Leonardo Morfini

L’istallazione in Sala d’Arme vuole anche essere uno stimolo a conoscere e visitare  luoghi e opere dislocate in città, all’interno dei quali rintracciare, in un processo di “irradiazioni”, la presenza di opere e dettagli in cui possiamo riconoscere prati fioriti e cieli stellati. In particolare, quella in Sala d’Arme di Detanico e Lain si sviluppa in una grande istallazione video distribuita sulle sette arcate della Sala d’Arme, in cui le immagini sembrano giocare con la questione del tempo invertito in un movimento di nascita e morte, di inizio e di fine, di “fiorescenza” e sprofondamento nel buio cosmico. Le immagini si rispondono in un gioco di specchio in sincronizzato in cui campi di fiori diventano progressivamente l’immagine di galassie lontanissime da noi. Questa bellezza fugace abita le opere di Detanico e Lain il cui scopo è farci riflettere sul ciclo della vita sul pianeta e nell’universo attraverso un forte coinvolgimento emotivo, che deriva anche dalla struttura immersiva dell’istallazione. Mentre i prati fioriti sono stati fotografati con semplici smartphone, le nebulose sono state osservate attraverso il potente telescopio Hubble lontanissimo da noi. Il movimento ciclico conduce le cose a dissolversi nel massimo della luminescenza e poi al contrario a riaffiorare una volta scomparse nel profondo buio. I due artisti sembrano trasferirci in questo modo da queste proiezioni in movimento all’interno della nostra coscienza e dell’inconscio, come un flusso di apparizione e scomparsa, di stupore e incoscienza.

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