Le storie straordinarie. Alberto Martini ed Edgar Allan Poe


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Nel 70esimo dalla scomparsa di Alberto Martini, Oderzo (TV), sua città natale e sede della Pinacoteca a lui dedicata con il più grande patrimonio di opere e materiali documentari, promuove una mostra allestita a Palazzo Foscolo fino al 25 marzo 2025, realizzata grazie alla Fondazione Oderzo Cultura, divenuta centro propulsore e cardine di un anno di celebrazioni, tra i Grandi Eventi della Regione del Veneto.

Alberto Martini, Metempsycose, Oderzo, Fondazione Oderzo Cultura

Accanto ad essa anche altri eventi collaterali sempre a Oderzo (un percorso temporaneo con i “Best of” della Pinacoteca martiniana, una mostra di fotografia contemporanea ispirata all’artista, teatro, cinema, letteratura…) e poi in altri importanti centri in Italia e all’estero che la Fondazione ha voluto coinvolgere con esposizioni e altre iniziative.

Prima di tutto Milano, dove Martini scelse di trascorrere l’ultima parte della sua vita, quindi Treviso e Venezia, che avranno sempre un ruolo importante nella geografia martiniana, Compiègne, a Nord di Parigi ove l’artista abitò diversi anni, Bruxelles e il Comune di Garda.

Promosse dalla Fondazione Oderzo Cultura, con l’organizzazione generale di Villaggio Globale International, le celebrazioni contano su un team curatoriale composto da Paola Bonifacio e Alessandro Botta, affiancati da un comitato scientifico di alto profilo con Giorgio Marini, Rodolphe Rapetti, Giandomenico Romanelli, Carlo Sisi, Francesca Tasso, Fabrizio Malachin e Debora Rossi, cui si affiancano gli autori del volume di studi finalmente dedicato a fare il punto sulla figura dell’artista (Dario Cimorelli Editore).

Il coordinamento scientifico delle celebrazioni è affidato a Carlo Sala.

Diverse poi le Istituzioni coinvolte: il Castello Sforzesco di Milano, i Musei Civici di Treviso, l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia – ASAC, il Comune di Garda, l’Istituto Italiano di Cultura, la sede della Regione del Veneto a Bruxelles e il Castello di Compiègne nell’Oise, a Nord di Parigi.

La mostra di Oderzo segue un percorso di grandissima suggestione con oltre 120 opere, tra dipinti, disegni e volumi, prestate da musei, importanti collezionisti ed eredi di Martini: opere in molti casi inedite o mai esposte prima d’ora.

Un corpus espositivo sull’artista mai così consistente, che aiuta a scoprire l’universo martiniano e a seguirne la maturazione, con un occhio di riguardo al suo mondo onirico e al “lato oscuro” della sua arte: quello che lo porterà, focus centrale dell’esposizione, a dar vita alla famosissima serie di illustrazioni a china dei racconti fantastici di Poe, diffusi in Europa soprattutto nella traduzione francese di Charles Baudelaire del 1856.

Alcuni mirati confronti proposti in mostra, con Gaetano Previati, Illemo Camelli, James Ensor e Édouard Manet e le loro interpretazioni dei racconti di Poe, consentono di cogliere l’originalità e la forza visionaria della serie, realizzata da Martini tra il 1905 e gli anni Trenta, e le anticipazioni surrealiste di questo lavoro nell’apertura alla dimensione dell’inconscio.

Una dimensione che ben si evidenzia anche nei sorprendenti e vari autoritratti che chiudono la mostra, riuniti insieme per la prima volta: specchio dell’io più profondo ma anche della dualità dell’artista. L’io e il suo doppio.

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