Promossa dall’Istituto Cervantes ed esposta nella Chiesa di Santa Eulalia dei Catalani di Palermo, la mostra “Inventario. Gli oggetti ci guardano” è una personale della visual artist, regista e fotografa Beatriz Ruibal, visitabile fino al 31 gennaio 2025, composta da una selezione di 25 fotografie.
È un progetto al quale Ruibal lavora da 10 anni, che rappresentano oggetti personali appartenuti a importanti autori letterari. Tra questi Federico García Lorca, Zenobia Camprubí, prima traduttrice ispanica di Rabindranath Tagore, e alcuni dei vincitori del Premio Cervantes come Juan Ramón Jiménez, Antonio Gamoneda e María Zambrano.
Utilizzando un metodo quasi “archeologico” e un attento processo di ricerca, l’artista ha catturato attraverso le fotografie l’essenza di queste esistenze, permettendo allo spettatore di avvicinarsi agli universi intimi degli autori e scoprire i molteplici strati che compongono la loro eredità vitale, rivelando il legame emotivo e la trascendenza della loro eredità nel tempo.
Le opere più personali di Beatriz Ruibal rimandano l’esigenza della rappresentazione dell’assenza attraverso spazi, scenari e oggetti, concetti che sono legati alla fragilità dell’esistenza contemporanea.
Oliva María Rubio scrive a tal proposito nel testo critico a corredo della mostra della mostra: “Nel corso degli anni Beatriz Ruibal ha creato un corpus di opere, sia fotografiche che cinematografiche, in cui evoca l’assenza e riflette sulla memoria, sull’oblio e sul ricordo. E lo fa non attraverso una narrazione chiusa ma in modo frammentario e soggettivo, scavando tra i diversi strati, perché, come sottolinea Walter Benjamin nel testo Scavo e memoria, “la memoria non può avanzare come costruzione narrativa, tanto meno come resoconto, ma deve, nel senso più strettamente epico e rapsodico, indagare in nuovi contesti e, nei vecchi, scavare ancora più a fondo”.
Nel corso della sua carriera Ruibal ha sviluppato un proprio linguaggio visivo, creando opere che invitano a riflettere su eredità, identità ed ecologia. Queste tematiche sono presenti sia nella serie Inventario (Work in Progress) che nella sua ricerca sui danni all’ambiente e sulla crisi climatica causata dall’uomo. Questo approccio le ha fatto ottenere importanti riconoscimenti come il Secondo Premio di Fotografia della Fondazione Enaire (2024) e il Premio BMW per l’Arte Digitale (2023). La sua installazione audiovisiva No lo encontraréis en los mapas, che ha rappresentato la Spagna al G20 Art Project in India (2023), è un esempio del suo impegno nel rapporto tra arte ed ecologia. Ha inoltre realizzato residenze artistiche presso la Real Academia de España a Roma (2016/2017) e presso il C3A di Cordoba (2023/2024). Il suo lavoro più recente Caída Libre è stato esposto al Panteón de los Hombres Ilustres, Patrimonio Nacional nell’ambito di PhotoEspaña 2022. Durante la mostra saranno organizzate visite guidate in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Palermo e 4 laboratori (nelle date 2, 9, 16 dicembre e 13 gennaio 2025), che offriranno agli studenti delle scuole superiori un’esperienza immersiva unica per scoprire come gli oggetti degli autori spagnoli del XX secolo si trasformino in simboli e diventino occasione per una narrazione storica.