Ludus. La maschera e la vertigine


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Il Comune di Piancastagnaio presenta la mostra “Ludus. La maschera e la vertigine”, a cura di Alessandro Bellucci, ospitata negli spazi della Rocca Aldobrandesca di Piancastagnaio in provincia di Siena, fino al 30 aprile 2025.

Danilo Fiorucci, Rosso Ascendente, 2008

Partecipano gli artisti: Giorgia Accorsi, Paolo Angelosanto, Jacopo Bellucci, Dominic Blower, Saverio Bonelli, Stefano Boring, Polly Brooks, Mario Consiglio, Stefano Corti, Luca Costantini, Mirco Denicolò, Bruna Esposito, Liu Feng, Danilo Fiorucci, Gigi Fucchi, Benedetta Galli, Riccardo Gemma, Emanuele Giannetti, Fabio Giorgi Alberti, Gabriele Landi, Gianni Lillo, Irene Lupi, Serenella Lupparelli, Mimmo Manes, Miltos Manetas, Marco Montanari, Rinaldo Novali, Carole Peia, Vettor Pisani, Carlo Pizzichini, Sofia Ricciardi, Stephen Roach, Sophia Ruffini, Alessandro Secci, Yu Wang, Cai Xinmeng, Xu Zhenglong.

La mostra si sviluppa negli spazi della Rocca, inclusa la terrazza panoramica, su una superficie di circa 350 mq, dove sono esposte oltre 40 opere, includendo installazioni già presentate nella mostra precedente “del ludico dunque gioco” e nuove creazioni, alcune site-specific.

L’esposizione si inserisce nella rassegna “AM[i]ATA ARTE, culture contemporanee”, che ogni anno, da novembre a dicembre, proporrà una mostra tematica e eventi culturali che si svolgeranno durante la mostra.

Con un’attenzione particolare al territorio e alle scuole, la mostra vuole coinvolgere un pubblico ampio e multigenerazionale, avvalendosi di didascalie parlanti che offriranno una lettura accessibile e formativa delle opere, con l’obiettivo di stimolare il pensiero critico, una riflessione personale e di alleviare quella sensazione di smarrimento che si può provare di fronte a un’opera contemporanea.

Con il tema “Ludus”, le opere trovano spazio in un contesto di valore storico-artistico e bellico come la Rocca quattrocentesca, esplorando il contrasto tra il gioco e la guerra. Ispirata alle quattro categorie del gioco descritte da Roger Caillois – agon, alea, mimicry, ilinx – la mostra riflette sull’assurdità della vita reale e sul gioco come mezzo per reinterpretarla, utilizzando l’arte per esplorare nuovi orizzonti.

A cento anni dal Manifesto surrealista del 1924, l’esposizione sottolinea la libertà e la resistenza dell’arte contro la logica del conflitto e dell’oppressione. Con una prospettiva che celebra la vita, il sogno, l’amore e la follia, l’arte si propone come strumento di opposizione e riflessione. Nel Surrealismo, il gioco diventa forma, e la forma è un gioco che si realizza oltre i singoli partecipanti. Il giocare insieme, abbracciando liberamente regole e segni, genera con cura e curiosità uno spazio-tempo autonomo, capace di accogliere i misteriosi intrecci dell’esistenza e dell’esperienza. Il progetto è a cura di Alessandro Bellucci in collaborazione con Angela Wang, YURTA Relazioni Culturali e con la consulenza all’allestimento di Jacopo Bellucci, Emanuele Giannetti e Gianni Lillo.

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