Brassaï. L’occhio di Parigi


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Il Museo Civico di Bassano promuove ed ospita la mostra “Brassaï. L’occhio di Parigi”, a cura di Philippe Ribeyrolles e Barbara Guidi, fino al 21 aprile 2025, realizzata in collaborazione con Silvana Editoriale e con l’Estate Brassaï Succession, con il patrocinio della Regione Veneto.

Brassaï, Serata di gala da Maxim’s, 1949, © Estate Brassai Succession, Philippe Ribeyrolles

Sono esposte in mostra quasi 200 stampe d’epoca, oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo, con particolare attenzione alle celebri immagini dedicate alla capitale francese e alla sua vita. Ungherese di nascita, il suo vero nome e Gyula Halasz, sostituito dallo pseudonimo Brassaï in onore di Brasso, sua città natale, ma parigino d’adozione, Brassaï (1899-1984) è stato assieme a Cartier-Bresson uno dei padri della fotografia del Novecento. Pittore, scultore, scrittore dalla formazione cosmopolita, intellettuale a tutto tondo, osservatore curioso, acuto e sensibile, Brassaï sceglie di dedicarsi principalmente alla fotografia attorno al 1929, ovvero solo dopo il suo definitivo trasferimento nella capitale francese. La Ville Lumière, con i suoi luoghi e i suoi protagonisti e la musa ispiratrice di Brassaï: dai quartieri operai ai monumenti simbolo della città, dal mondo della moda ai ritratti degli amici artisti e intellettuali, fino ai graffiti e alla vita notturna. Straordinaria è la galleria di immagini dei protagonisti di quegli anni leggendari: scrittori, artisti, musicisti, personaggi del mondo della moda e dello spettacolo, ma anche le persone più umili, come i venditori ambulanti e i lavoratori delle Halles che, visti assieme, compongono un ritratto corale di poetica bellezza. Nelle sue passeggiate, Brassaï non si limita alla rappresentazione del paesaggio o alle vedute architettoniche, ma si avventura anche in spazi interni più intimi e confinati, dove la società si incontra e si diverte. La vicinanza al movimento surrealista e l’amicizia con artisti e scrittori celebri come Dali, Matisse, Prevert e Picasso gli apre infine le porte dei salotti intellettuali, permettendogli di partecipare allo straordinario fermento culturale che investi Parigi in quegli anni irripetibili. Genio poliedrico dal multiforme talento Brassaï trova nella fotografia il mezzo perfetto con cui affrontare il reale. L’obiettivo e un filtro che gli permette di depurare il mondo che lo circonda dalle convenzioni e dalle consuetudini, trasformando anche l’oggetto più banale in qualcosa di sorprendente. Le sue più celebri immagini, come la serie Parigi di notte e le foto che hanno ispirato la nascente poetica del Surrealismo e quelle della serie Graffiti che hanno precorso la poetica dell’Informale e dell’Art Brut, accompagnate da una selezione di sculture, un arazzo, documenti e oggetti appartenuti all’artista, si articolano in un percorso espositivo di dieci sezioni tematiche che immergono il visitatore nelle sofisticate e misteriose atmosfere della capitale francese della prima metà del Novecento, meta di artisti e intellettuali, “città spettacolo” che seduce e rapisce. La mostra è accompagnata dall’omonima pubblicazione in lingua italiana e inglese a cura di Philippe Ribeyrolles, studioso nonché nipote del grande fotografo, e da una ricca offerta didattica pensata per tutte le tipologie di visitatori. Tra le attività in programma prenderà avvio anche uno speciale workshop organizzato in collaborazione con il Liceo Artistico “Michele Fanoli” di Cittadella, articolato in quattro appuntamenti condotti dal prof. Dario Antonini, che consentirà al pubblico di cimentarsi in prima persona nell’arte della stampa su carta fotografica in camera oscura e visitare liberamente la mostra Brassaï.

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