Salvo. Arrivare a tempo


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La Pinacoteca Agnelli di Torino presenta, fino al 25 maggio 2025, la più ampia mostra dedicata all’artista italiano Salvo (Leonforte 1947 – Torino 2015). La mostra intitolata Arrivare in tempo è realizzata cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti.

Salvo, Al bar Sport, 1981, Collezione privata, Berlino

La mostra offre un percorso attraverso l’opera di Salvo, sottolineando come il suo approccio alla pittura, nei suoi cicli tematici ricorrenti, nell’attenzione ai riferimenti storico-artistici e nell’esplorazione della luce, sia sempre stato in continuità con le sue prime ricerche concettuali.

Nato in Sicilia nel 1947, Salvo si trasferì a Torino da bambino nel 1956, dove visse e lavorò per il resto della sua vita. Dopo una fase iniziale in cui lavorò come artista concettuale a stretto contatto con il movimento dell’Arte Povera, dal 1973 Salvo si dedicò esclusivamente alla pittura, una scelta non convenzionale per il clima culturale dei primi anni Settanta. Anticonformista della scena artistica, per i successivi quarant’anni, Salvo perseguì un’esplorazione e una riflessione critica uniche sul medium della pittura. La mostra rivela come la sua pittura non sia mai stata in contrasto con la sua fase concettuale iniziale, ma ne abbia invece assorbito la natura e le intenzioni come parte di un percorso artistico coerente.

Sviluppata in stretta collaborazione con l’Archivio Salvo, la mostra si concentra su alcuni dei motivi fondamentali della sua ricerca artistica: il concetto di ripetizione e l’indagine di motivi ricorrenti sia come tecnica pittorica che come urgenza concettuale; la riflessione sulla pittura come linguaggio e sul linguaggio come arte; il rapporto tra storia dell’arte e rappresentazione del quotidiano.

Artista pioniere della seconda metà del Novecento in Italia, Salvo ha lavorato in modo indipendente da correnti e tendenze, pur guardando a temi e linguaggi tradizionali della storia dell’arte. Grazie a questo rapporto privilegiato, questa mostra si estende per la prima volta oltre l’area espositiva dedicata del terzo piano: le sue opere entrano anche negli spazi che ospitano la collezione permanente dell’istituzione e si espandono al secondo piano del museo come parte di un progetto totalizzante. La mostra è accompagnata da una pubblicazione dedicata concepita per aprire al pubblico internazionale un’interpretazione critica dell’opera di Salvo.

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