A Parma, nel Palazzo Dalla Rosa Prati, fino al 12 gennaio 2025 è esposta una mostra dedicata al genio artistico di Henri de Toulouse-Lautrec attraverso la lente delle sue iconiche litografie e dei suoi audaci manifesti, realizzata a cura di Joan Abellò Juanpere.
La mostra si compone di oltre 120 opere e vuole celebrare i 160 anni dalla nascita di Toulouse-Lautrec. Il percorso allestitivo mette in luce proprio i suoi temi ricorrenti, tra cui il circo, la vita notturna parigina, i ritratti di artisti e celebrità dell’epoca e la rappresentazione delle classi sociali marginalizzate. Attraverso una sequenza cronologica e tematica, si snoda l’evoluzione dello stile di Toulouse-Lautrec e le diverse tecniche che ha impiegato nel corso della sua carriera.
Henri de Toulouse-Lautrec si distinse come uno dei più rappresentativi tra i bohémien parigini che abitavano il quartiere di Montmartre. È considerato un artista post-impressionista, poiché conserva la capacità di restituire la realtà così come viene colta dal suo occhio, ma si differenzia dagli impressionisti per una componente emotiva che anticipa l’espressionismo.
Nato da una famiglia aristocratica, ebbe un’infanzia felice, anche se soffrì di una malattia ossea che, insieme a due incidenti che gli causarono fratture ai femori, condizionò la sua crescita e gli impedì di raggiungere un’altezza superiore al metro e mezzo. Era affetto da picnodisostosi, poi conosciuta come sindrome di Toulouse-Lautrec. La fragilità fisica lo portò a rinunciare a molte attività fisiche tipiche della sua classe sociale. Ben presto eccelle nel disegno e, con il sostegno di parenti e amici pittori della famiglia, si trasferisce a Parigi nel 1881. Pochi anni dopo si sposta a Montmartre, apre un proprio studio e inizia a frequentare i luoghi di intrattenimento, godendo della vita notturna e delle feste del quartiere. Entrò in contatto con importanti artisti dell’epoca, come Vincent van Gogh e Edgar Degas, che ebbero una profonda influenza sul suo stile. Toulouse-Lautrec divenne presto noto per il suo approccio audace e innovativo all’arte, spesso ritraendo la vita quotidiana e le scene di intrattenimento della Parigi notturna. Una delle caratteristiche distintive del suo lavoro fu l’uso della litografia, una tecnica di stampa che gli permise di creare immagini vivide e vibranti che catturavano l’essenza dei suoi soggetti. I suoi manifesti pubblicitari per spettacoli teatrali e cabaret divennero rapidamente iconici, contribuendo a definire l’immagine della Parigi bohémienne dell’epoca. Morì prematuramente all’età di soli 36 anni, nel 1901, a causa di complicazioni legate all’alcolismo e alla sifilide.