Kunst Meran Merano Arte, in collaborazione con la Fondazione Architettura Alto Adige e il Südtiroler Künstlerbund, presenta fino al 16 febbraio 2025 la quarta edizione del progetto espositivo ed editoriale “Architetture recenti in Alto Adige”, a cura di Filippo Bricolo.
Dopo le prime tre edizioni (2006, 2012, 2018), questa nuova rassegna propone un quarto inventario dei progetti che documentano l’orizzonte architettonico che si è sviluppato in Alto Adige, selezionati da una giuria internazionale composta dal curatore Filippo Bricolo, Elisa Valero Ramos e Annette Spiro. I tre membri della giuria hanno svolto una preselezione tra gli oltre 240 progetti pervenuti e, dopo una visita in loco a numerose strutture, ne hanno scelte 28 principali, di cui è proposta una restituzione dettagliata. A queste si affianca un secondo gruppo di altre 28. I criteri che ne hanno guidato la selezione sono stati in particolare l’uso oculato e accorto dei materiali di costruzione e delle risorse, l’attenzione per le provenienze e l’impatto ambientale o l’interesse sociale delle strutture.
L’iniziativa nel suo complesso ha permesso di approfondire e analizzare l’architettura del territorio da una prospettiva esterna, con il susseguirsi di diverse giurie internazionali. Di volta in volta, sono emersi aspetti che hanno caratterizzato questo contesto, in relazione a vari fattori quali gli scambi con altri territori, la presenza di concorsi di progettazione e le esigenze della committenza.
Mentre in passato era stato privilegiato un taglio geografico, suddividendo i progetti scelti per vallate e suggerendo così che sussistano delle differenze e delle caratteristiche peculiari su piccola scala, la giuria di questa edizione ha deciso di proporre un approccio diverso.
L’uso oculato e accorto dei materiali di costruzione e delle risorse, l’attenzione per le provenienze e l’impatto ambientale o l’interesse sociale delle strutture sono stati i criteri che hanno guidato la selezione. A partire da una riflessione su questi aspetti, sono emerge progressivamente delle “famiglie” caratterizzate, al di là dalle singole personalità progettuali o dalle diverse destinazioni d’uso, da similarità e approcci comuni.
Le “categorie” attraverso cui la mostra e il catalogo sono costruiti sono intese come possibili interpretazioni delle varie forme che connotano un linguaggio architettonico altoatesino, capaci di rappresentare uno strumento utile per indagarlo e raccontarlo.
La mostra è suddivisa in otto sezioni: “Riuso riflessivo”, “Evocazioni urbane”, “Architettura naturans”, “Topografia partecipata”, “Vernacoli plausibili”, “Scavo generativo”, “Interni poetici”, “Arte e architettura”.
Gli stessi criteri che hanno posto le basi per la selezione e la suddivisione dei progetti ritornano, differentemente declinati, in catalogo e in mostra. Nel primo caso la scelta è stata quella di alternare le “categorie” a testi critici, come in una sorta di “ipertesto”, di libro dentro il libro. Lo spazio espositivo è invece organizzato attraverso delle strutture modulari in legno e pannelli in cartone alveolare, disposte in diverse combinazioni, lasciando vuote le pareti e portando, simbolicamente e criticamente, la domanda iniziale sull’architettura al centro dello spazio.