Architetture recenti in Alto Adige 2018-2024


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Kunst Meran Merano Arte, in collaborazione con la Fondazione Architettura Alto Adige e il Südtiroler Künstlerbund, presenta fino al 16 febbraio 2025 la quarta edizione del progetto espositivo ed editoriale “Architetture recenti in Alto Adige”, a cura di Filippo Bricolo.

MoDusArchitects, Tree Hugger, nuova sede dell’Associazione Turistica, 2019, Bressanone, Foto Oskar Da Riz

Dopo le prime tre edizioni (2006, 2012, 2018), questa nuova rassegna propone un quarto inventario dei progetti che documentano l’orizzonte architettonico che si è sviluppato in Alto Adige, selezionati da una giuria internazionale composta dal curatore Filippo Bricolo, Elisa Valero Ramos e Annette Spiro. I tre membri della giuria hanno svolto una preselezione tra gli oltre 240 progetti pervenuti e, dopo una visita in loco a numerose strutture, ne hanno scelte 28 principali, di cui è proposta una restituzione dettagliata. A queste si affianca un secondo gruppo di altre 28. I criteri che ne hanno guidato la selezione sono stati in particolare l’uso oculato e accorto dei materiali di costruzione e delle risorse, l’attenzione per le provenienze e l’impatto ambientale o l’interesse sociale delle strutture.

L’iniziativa nel suo complesso ha permesso di approfondire e analizzare l’architettura del territorio da una prospettiva esterna, con il susseguirsi di diverse giurie internazionali. Di volta in volta, sono emersi aspetti che hanno caratterizzato questo contesto, in relazione a vari fattori quali gli scambi con altri territori, la presenza di concorsi di progettazione e le esigenze della committenza.

Mentre in passato era stato privilegiato un taglio geografico, suddividendo i progetti scelti per vallate e suggerendo così che sussistano delle differenze e delle caratteristiche peculiari su piccola scala, la giuria di questa edizione ha deciso di proporre un approccio diverso.

L’uso oculato e accorto dei materiali di costruzione e delle risorse, l’attenzione per le provenienze e l’impatto ambientale o l’interesse sociale delle strutture sono stati i criteri che hanno guidato la selezione. A partire da una riflessione su questi aspetti, sono emerge progressivamente delle “famiglie” caratterizzate, al di là dalle singole personalità progettuali o dalle diverse destinazioni d’uso, da similarità e approcci comuni.

Le “categorie” attraverso cui la mostra e il catalogo sono costruiti sono intese come possibili interpretazioni delle varie forme che connotano un linguaggio architettonico altoatesino, capaci di rappresentare uno strumento utile per indagarlo e raccontarlo.

La mostra è suddivisa in otto sezioni: “Riuso riflessivo”, “Evocazioni urbane”, “Architettura naturans”, “Topografia partecipata”, “Vernacoli plausibili”, “Scavo generativo”, “Interni poetici”, “Arte e architettura”.

Gli stessi criteri che hanno posto le basi per la selezione e la suddivisione dei progetti ritornano, differentemente declinati, in catalogo e in mostra. Nel primo caso la scelta è stata quella di alternare le “categorie” a testi critici, come in una sorta di “ipertesto”, di libro dentro il libro. Lo spazio espositivo è invece organizzato attraverso delle strutture modulari in legno e pannelli in cartone alveolare, disposte in diverse combinazioni, lasciando vuote le pareti e portando, simbolicamente e criticamente, la domanda iniziale sull’architettura al centro dello spazio.

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