G7 Sette Secoli di Arte Italiana al Castello Normanno Svevo di Mesagne, 51 autori diversi, dal Medioevo fino alla contemporaneità


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A Mersagne (prov di Brindisi) è on air un’esposizione d’Arte davvero unica con opere di rara bellezza dal titolo “ G7 Sette Secoli d’Arte Italiana”. Inaugurata lo scorso mese di giugno in occasione del Summit mondiale svoltosi a Borgo Egnazia in Valle d’Itria, ne mutua il nome e intende rendere omaggio all’arte italiana celebrandola attraverso sette secoli, dal XIV al XX. Location d’eccezione, il Castello Normanno Svevo, in Piazza IV Novembre, uno degli edifici difensivi più ben conservati del periodo normanno, la cui costruzione è attestata nel 1062 ( anno dell’invasione dei Normanni) a Roberto D’Altavilla, e completamente ristrutturato intorno al 1430 da Antonio Orsini dei Balzo, al quale si deve la sistemazione del mastio. Dal 1973 il Castello è di proprietà del Comune di Mesagne ed oltre ad esposizioni temporanee, ospita il Museo permanente archeologico Ugo Granafei.

Una sala della mostra G7 al Castello Svevo Normanno di Mesagne, foto di Daniela Paties Montagner

G7 Sette Secoli d’Arte Italiana” è stata promossa dal Comune di Mesagne, dal Sindaco Antonio Matarelli e dal consulente delegato alla cultura Marco Calò, realizzata da Regione Puglia ed organizzata da Micexsperience Rete d’Imprese presieduta da Pierangelo Argentieri in collaborazione col Ministero della Cultura, della Direzione Generale Musei e la Direzione Regionale Musei Nazionali Puglia, su allestimento di Puglia Walking art. La curatela della mostra è stata affidata allo storico dell’Arte  prof. Pierluigi Carofano e al comitato scientifico da lui stesso presieduto oltre a: Costantino D’Orazio, Francesco Longobardi, Francesca Riccio, Marco Ciampolini, Nicosetta Roio, Renato Miracco. In esposizione  51 artisti in un arco temporale che va dal Medioevo ad oggi, con opere di autori ,certuni molto noti,  ed altri meno conosciuti al  grande pubblico, con una selezione accurata che non può certamente essere esaustiva, ma che traccia una linea, un percorso immersivo e coinvolgente grazie alle opere di alcuni dei grandi Maestri della storia dell’arte italiana nel corso di 700 anni. Prima fra tutte una delle tre versioni di una delle composizioni più conosciute di Leonardo da Vinci ( 1452-1519), il genio universale  del Rinascimento che seppe incarnare pienamente lo spirito della sua epoca. “La Vergine delle Rocce” esposta a Mesagne proviene da una collezione privata, mentre le altre due sono conservate rispettivamente a Parigi al Louvre e a Londra alla National Gallery. Per Leonardo questa fu la sua prima commissione ottenuta a Milano a seguito la stipula di un contratto per una pala d’altare con la Confraternita della Immacolata Concezione. Le opere provengono da tutta Italia da importanti prestiti di collezioni pubbliche e private, tra queste: la Galleria Nazionale della Puglia “ Girolamo e Rosaria Devanna” a Bitonto;  la Pinacoteca nazionale di Bologna; l’Accademia di Belle Arti di Perugia; Palazzo Chigi – Museo del Barocco;  il Museo “Giovanni Boldini”di Ferrara; l’Accademia di Belle Arti di Carrara, il Mart – Museo di Arte Contemporanea di Trento e Rovereto; la Collezione Giorgio Baratti di Milano. G7 propone un’opportunità culturale davvero unica,  permettendo al visitatore di” immergersi “nella bellezza dell’arte italiana. Come dichiarato dal curatore: « Un’esposizione molto particolare, che, come preannuncia il suo nome, si propone di raccontare allo spettatore l’evoluzione dell’arte italianaattraverso le varie sfumature e correnti artistiche che vi si sono succedute e affiancate a partire dal Basso Medioevo fino al giorno d’oggi». 

Il percorso della mostra si articola in 6 sezioni con una selezione , non facile, di opere che riflettono il gusto di ogni epoca, passando dalla spazialità in pittura di Giotto e della sua scuola, allo sfumato del grande Leonardo da Vinci, al classicismo e naturalismo del Seicento di Reni e Carracci, al vedutismo di Canaletto ( padre e figlio), e il neoclassicismo di Antonio Canova  sino alla contemporaneità delle “Combustioni” di Alberto Burri. Facendo un rapido excursus tra le varie sale, per menzionare solo alcune delle numerose opere in mostra, nella sezione “Gli albori dell’Arte italiana” è esposta una testa femminile in marmo (1260 ca) della bottega dello scultore e architetto pugliese Nicola Pisano ( 1210 circa – 1280 circa) riconosciuto  tra i maggiori maestri della scultura gotica al livello italiano ed europeo per il suo ruolo innovatore nella scultura, e successivamente in pittura, per le sue rappresentazioni di figure e spazio orientate al realismo e al naturalismo, similmente a Giotto che in pittura ricercava il “vero” cambiando il rapporto tra l’immagine e lo spettatore.  Spicca  altresì il trittico di Mello da Gubbio : Madonna col Bambino, San Giovanni Evangelista e Santa Caterina d’Alessandria , tempera su fondo oro, datato tra il 1350 e il 1360, oltre a “Il Massacro degli Innocenti di Luca Signorelli, tempera su tavola /1619-1521 ca).

L’esposizione prosegue attraverso le varie sezioni passando da quella denominata “Il primo Rinascimento” con “Il ritratto di Annibale Cartaginese”,  un bassorilievo in marmo del Verrocchio, per passare alla sezione “Verso la Maniera Moderna”e Il Cinquecento col “Miracolo degli Impiccati “di Raffaello Sanzio”; San Girolamo nella selva di Lorenzo Lotto;  San Gabriele Arcangelo del Perugino; Ritratto di Gentiluomo di Tiziano Vecellio” ( 1525 ca);Il Cristo Redentore del Giampietrino. “G7” prosegue poi con le stanze dedicate al Seicento con Caravaggio e la Giuditta con la testa di Oloferne di Artemisia Gentileschi , San Giuseppe con Bambino di attribuzione a Guido Reni, e il Barocco italiano, al Neoclassicismo del XVIII secolo e il gusto per l’antico con Antonio Canova (1757 -1822), il grande interprete dell’arte classica in versione moderna. Le sue sculture ispirandosi ai principi di bellezza ideale dell’arte antica, esprimono forza, intensità e umanità. Si prosegue con la Veduta di Piazza San Marco e Palazzo Ducale di Bernardo Canal (1664-1744), scenografo e vedutista, tra gli artisti minori del Settecento veneziano, padre del celeberrimo Canaletto, che riveste un interesse particolare per i rapporti che presentano le sue opere con quelle del figlio e di altri maestri veneziani. In esposizione anche “Ingresso del Canal Grande con la veduta della Chiesa della Salute ( 1756 ca) di Antonio Canal ( 1697-1768)  insigne cittadino della Repubblica Serenissima. Si passa poi a Giovanni Boldini (1842-1031) col “Ritratto dell’Infanta Eulalia di Spagna (1898) e all’arte moderna italiana dell’Ottocento e del XX Secolo, con focus su Galileo Chini, Giovanni Fattori sino all’opera informale di  Alberto Burri. Nel testo didattico della mostra, Tamara Cini evidenzia:“ Ogni opera è come un sassolino che segna un percorso di cambiamento che allora come oggi è una scelta radicale quanto difficile e coraggiosa”. Come dichiarato dal sindaco di Mesagne Toni Matarrelli durante la conferenza di presentazione :« G7 è una mostra importante che siano riusciti a realizzare grazie a una collaborazione imponente con il Ministero della Cultura. Avremo artisti di prim’ordine degli ultimi sette secoli di storia dell’arte italiana – e senza dubbio, questa di Mesagne, può essere considerata la mostra temporanea più importante del Mezzogiorno. È un motivo d’orgoglio per Mesagne e per il territorio e segue un’altra mostra importante, quella dell’anno scorso, dedicata a Caravaggio e ai suoi contemporanei». “G7 Sette Secoli d’Arte Italiana” resterà aperta al pubblico sino al 30 novembre 2024.

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