Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani. Perdersi nel Labirinto


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In concomitanza con le Giornate Europee del Patrimonio 2024, il Museo nazionale Concordiese di Portogruaro, fino al 6 gennaio prossimo ospita la mostra d’arte contemporanea “Perdersi nel labirinto. 100 opere a confronto tra archeologia e contemporaneità” degli artisti Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani, realizzata dalla Direzione regionale Musei nazionali Veneto in collaborazione con L’Associazione “Visioni Altre” di Venezia e con l’Associazione culturale “Linguaggi e Arte” di Teglio Veneto (VE).

Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani, Perdersi nel labirinto, Museo nazionale concordiese di Portogruaro

L’intento dei due artisti è quello di confrontarsi con luoghi del passato e fornire un dialogo con l’arte contemporanea. Partendo dal presupposto che la bellezza è stata da sempre considerata un pilastro nel mondo dell’arte e della cultura, e l’archeologia sottende questo concetto nella maniera più ampia, l’incanto che emanano le opere d’arte e i manufatti archeologici ci porta a viaggiare nel tempo e nella storia delle civiltà antiche, offrendoci una visione più intima delle loro credenze e filosofie di vita.
Come attori di uno spettacolo che non ha mai fine, i due artisti trasformano il palcoscenico espositivo nel simbolo del loro eterno interrogarsi e dialogare, nel lavoro e nella vita, in una perfetta interrelazione. Addentrarsi nel loro mondo di poesia-gioco-fantasia a inventare nuovi scenari possibili è un “esercizio” che andrebbe imposto: per guardarsi indietro con lucidità e riconoscere ciò che di più profondo e autentico merita di essere conservato; per adattarsi ai tempi che cambiano con la giusta dose di permeabilità e distacco; per approcciarsi a qualunque domani senza prendersi troppo sul serio. Trovandosi alla presenza dell’esposizione, la prima impressione è quella di entrare in un luogo dall’atmosfera favolistica, dove la gioia (sottesa), il non colore e il gioco si manifestano in un perfetto equilibrio. Ma un fruitore più attento si accorgerà dell’ironia che pervade l’intero lavoro, offrendo una chiave di lettura metaforica che ne svela gli aspetti simbolici filtrati da un sottile giudizio critico, creando inevitabilmente uno “spostamento” di significato. La coppia Adolfina De Stefani – Antonello Mantovani non è nuova a questo genere di approccio artistico, tutt’altro. Spesso le loro opere perseguono una riconfigurazione del tempo presente attraverso messaggi visivi giocosi e taglienti, talvolta provocatori, in un’orchestrazione perfetta tra memoria e futuro, tradizione e contemporaneità. Attratto da immagini e concetti che sono parte di una prospettiva culturale condivisa, il visitatore viene accompagnato nel percorso senza che ne abbia consapevolezza, fino a percepire, verso la fine, una sensazione di spaesamento e la conseguente facoltà di ipotizzare altri/nuovi significati. Nel recupero dell’elemento fantastico, questa mostra è folgorante e realistica al tempo stesso. Si tratta di un evento corale, un continuo scambio di battute tra i due agenti-agiti e con lo spettatore. Poi il dialogo si fa labirintico, mutevole, una totale immersione nel vissuto dell’arte, nei pensieri e nei processi del fare, persino nel cuore delle relazioni.

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