Martin Parr. Short & Sweet


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La mostra “Martin Parr. Short & Sweet”, al Museo Civico Archeologico di Bologna fino al 6 gennaio 2025, è prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna e Magnum Photos, e con il patrocinio del Comune di Bologna e presenta oltre 60 fotografie da lui selezionate appositamente per questo progetto e affiancate al corpus di immagini della serie Common Sense, per ripercorrere la sua carriera, anche attraverso una intervista inedita a cura di Roberta Valtorta.

Martin Parr Common Sense © Martin ParrMagnum Photos


Il percorso espositivo si apre ‘in bianco e nero’, ovvero con la serie The Non-Conformists, immagini scattate dal 1975 al 1980 da un inedito, giovane e ispirato Parr, appena terminata la scuola d’arte.

Il primo progetto a colori è The Last Resort (1982-1985), amaramente ironico reportage condotto dal fotografo sulle spiagge di Brighton, sobborgo balneare di Liverpool, nella metà degli anni Ottanta. 

Sullo stesso registro si mantiene l’installazione Common Sense: al Museo Civico Archeologico di Bologna sono visibili 250 fotografie in formato A3, selezionate tra le 350 esposte nella mostra omonima del 1999, che offrono uno studio ravvicinato del consumo di massa e della cultura dello spreco, in particolare occidentale ed europea.
Negli anni Novanta lo sguardo si rivolge al resto del mondo e allo strano universo del turismo di massa. La serie Small World (1989-2008) riguarda ancora una volta questo tema e la volontà del fotoreporter di condurci in molti tra i siti più frequentati e famosi. In questa serie, l’autore segue le orme del turista medio e, attraverso le sue fotografie, tenta di rivelare la grande farsa del viaggio. 
Insieme al turismo c’è poi il tema del ballo con la serie Everybody Dance Now (1986-2018). Secondo Parr, a parte la fotografia, la danza è probabilmente la forma di espressione più democratica. Unisce le due arti in questa ricerca nella quale, da San Paolo in Brasile alle isole scozzesi, ha fotografato per oltre trent’anni, tra il 1986 e il 2018, svariati tipi di ballo, ballerini vivaci, lezioni di aerobica, feste in ogni parte del mondo, danze del tè.

Con la serie recente Establishment (2010-2016) prosegue il grande progetto di fotografare l’establishment britannico, le élite che governano il Paese e i loro rituali.
Si prosegue con un soggetto con cui Parr si è sempre confrontato, la spiaggia. La serie Life’s a Beach (2013) mostra scatti provenienti dalle spiagge di tutto il mondo.  Attento al costume, alle convenzioni sociali e alle regole dell’apparire che influenzano la vita di chi vive nel mondo globalizzato, Martin Parr non poteva non osservare la moda nelle sue varie accezioni, allontanandosi dal glamour convenzionale associato al genere, ma piuttosto insistendo sempre su un approccio spiritoso e satirico. Per molti anni ha fotografato in Europa, negli Stati Uniti, in Africa e in Asia non solo gli abiti e gli accessori a volte esagerati o assurdi, ma, come sempre, anche le posture e le espressioni.
La serie Fashion raccoglie immagini prodotte tra il 1999 e il 2019 per riviste di moda e in occasione di sfilate, ma del tutto simili alle molte che Parr ha realizzato nei più vari contesti sociali in tanti anni di puntuale e implacabile osservazione delle debolezze dell’umanità massificata.
Il catalogo della mostra Martin Parr. Short & Sweet, è stato pubblicato da 24 ORE Cultura.

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