ArteNumero. Gli artisti e il numero tra XX e XXI secolo


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L’Assessorato dei Beni e Attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali di Aosta, promuove la mostra “ArteNumero. Gli artisti e il numero tra XX e XXI secolo”, presso il Museo Archeologico Regionale di Aosta, fino al 20 ottobre.

Mimmo Iacopino, Senza titolo, 2024 T, Tecnica mista, metri bindella e metri per sarti su tela su legno, 40 × 40 cm, Courtesy Galleria Melesi, Lecco – © Mimmo Iacopino


La rassegna volge uno sguardo sul panorama dell’arte degli ultimi sessant’anni attraverso l’utilizzo del numero. L’esposizione è a cura di Angela Madesani e prodotta da Nomos Edizioni.
Oltre settanta opere di importanti artisti italiani e internazionali divise in cinque sezioni, in un percorso trasversale che attraversa linguaggi, tematiche, pensieri della storia in cui il numero diviene momento fondamentale di riflessione per l’artista e per l’osservatore.
Nella prima sezione, dedicata al rapporto tra il numero e il tempo, sono esposti i lavori di alcuni fra i più importanti artisti dell’ambito concettuale internazionale come On Kawara, con libri e cartoline in una dimensione di natura esistenziale fra il personale e il collettivo.

Nella seconda sezione, si indaga il legame tra numero e narrazione, in esposizione una “Linea” di Piero Manzoni, con cui l’artista crea un patto con lo spettatore, accettare quanto da lui dichiarato: la lunghezza della linea stessa.
La terza sezione è costituita dalla relazione tra numero e spazio. Essa ospita la documentazione dell’opera performativa “Per un otto coricato”, dell’artista milanese Cioni Carpi, che l’ha proposta alla Settimana della Performance bolognese del 1977. Una scoperta è costituita dai lavori diAndrea “Bobo” Marescalchi, affascinato dalla matematica, dalla simbologia numerica, dalla ripetizione e dalla perfezione aritmetica, dalla fine degli anni Ottanta ha dato vita a opere in cui l’oggettività dell’immagine si lega a carte da gioco e forme geometriche che si sovrappongono a colori (rosso e giallo soprattutto) sul dipinto di base, eseguito a china, con toni di nero e grigio.
Nella quarta sezione il numero si rapporta con segno e immagine, è utilizzato nella sua accezione semiotica e indicale: dalle opere pop di Ugo Nespolo alla fotografia di Luigi Ghirri, di cui è presente uno degli ultimi lavori realizzati, appartenenti al ciclo di Piazza Betlemme, al mondo concettuale di Maurizio Nannucci, sino alle raffinate sculture di Robert Tiemann, che fanno parte della prestigiosa collezione Panza di Biumo. Due le preziose carte di Hanne Darboven, per la quale i numeri sono un veicolo verso la musica, a sua detta unica vera scoperta dell’umanità.
Giocose le tele di Mimmo Iacopino realizzate con i metri da sarto. La casualità, il lancio dei dadi determina la scelta dei colori nelle carte di Vincenzo Merola, il più giovane degli artisti in mostra.
In mostra, inoltre, una grande opera con neon di Mario Merz della serie dedicata alla sequenza di Leonardo Fibonacci, tre lavori di Vincenzo Agnetti, che nel corso degli anni si è dedicato al rapporto tra matematica e linguaggio, e “Era soltanto un gallo, tesoro”, una installazione di sette elementi, sette dipinti di piccole dimensioni di Beatrice Pasquali che riflettono sul tema dell’ars combinatoria.
Il catalogo della mostra, bilingue italiano-francese, pubblicato da Nomos Edizioni, contiene i testi di Angela Madesani e Daria Jorioz.

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