Meglio le Tempeste


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“Meglio le Tempeste” è la mostra inaugurale del progetto espositivo che apre l’attività culturale no-profit di Favilla presso lo spazio Le Misure di Cervia, visitabile su appuntamento fino al 31 agosto 2024, con opere di Roberto de Pinto, Oliviero Fiorenzi, Jimmy Milani, Flaminia Veronesi, a cura di Viola Emaldi, Gioele Melandri e Alex Montanaro.

Jimmy Milani, Tra un’onda e l’altra, all’alba o al tramonto, nel continuo susseguirsi di giorni e notti, 2024, ph. Carolina Martines

Dato il contesto, si tratta di una mostra, dedicata al viaggio in mare come metafora della ricerca interiore, all’integrità del pensiero e all’idea umanistica di Fortuna come aiuto agli audaci, siano essi artisti o navigatori.

A livello concettuale, il mare diviene lo strumento magico tramite cui costruire una narrazione che deriva inevitabilmente in altri topoi e in cui le opere degli artisti costruiscono un circuito non privo di felici increspature, frizioni, contraddizioni e differenze. A tal scopo, in questa sede non si è voluto restituire un’immagine didascalica o particolarmente emancipata dello stesso, quanto più evocare l’insieme di sensazioni, antitetiche e contraddittorie, che questo luogo può suscitare.

Spaventoso e affascinante. Indomabile, misterioso, abissale, ma anche placido, assolato e statico. Un luogo dove possono convivere i pensieri più alti e gli istinti più brutali.

Seguendo questa filosofia, i curatori Viola Emaldi, Gioele Melandri e Alex Montanaro hanno scelto di invitare Roberto de Pinto, Oliviero Fiorenzi, Jimmy Milani e Flaminia Veronesi: quattro giovani ed affermati artisti visivi italiani la cui ricerca trova interessanti affinità con la tematica espositiva simboleggiata dagli elementi dello spazio aperto.

Al centro della ricerca di Roberto de Pinto (Terlizzi, 1996) c’è il corpo, un autoritratto che è inno alla Mediterraneità, con tutto il suo bagaglio di sensualità, calma melancolica, sudata ed umida, disinibita e complice.

Il motore poetico delle opere presentate da Oliviero Fiorenzi (Roma, 1991) è il vento, che investe lo spazio con opere leggere quanto monumentali: si tratta di aquiloni, installazioni scultoree pensate e mosse da una ricerca dell’imprevedibile, e di una variabilità che finisce, come dichiara l’artista, con il modificare opera, sfuggendo completamente al suo controllo.

I dipinti di Jimmy Milani (Savigliano, 1995) sono caratterizzati da un conflitto tra razionalità e intuizione. La ricerca di Milani è caratterizzata da un confronto critico con la tradizione pittorica e da una passione per la composizione.

Flaminia Veronesi (Milano, 1986) declina qui la sua poetica a livello scultoreo, presentando una piccola collezione di creature marine policrome, preziose come oggetti da Wunderkammer e grandi come puppets, comunque intrise di riferimenti culturali classici e di mitologia, dove psiche e natura si intrecciano svegliando il nostro inconscio collettivo attratto da un immediato appagamento estetico.

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