Una ricerca polivalente. Esperienze dal Centro Video Arte di Ferrara


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Nella Project Room del MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, lo spazio che dal 2018 propone esposizioni aventi come focus i fenomeni, gli eventi, le personalità e le organizzazioni che hanno avuto un ruolo fondamentale nella recente storia culturale di Bologna e dell’Emilia-Romagna, fino al 13 ottobre accoglie la mostra “Una ricerca polivalente. Esperienze dal Centro Video Arte di Ferrara”. Questa mostra fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune e dalla Città metropolitana di Bologna, Territorio Turistico Bologna-Modena.

Veduta della mostra Una ricerca polivalente, MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, ph. Ornella De Carlo


Il progetto, realizzato attraverso una collaborazione tra il museo bolognese e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e curato da Chiara Vorrasi, conservatrice responsabile delle Gallerie ferraresi, e Uliana Zanetti, responsabile del patrimonio del MAMbo, intende celebrare le attività, a circa cinquant’anni dalla fondazione e a trenta dalla chiusura, del Centro Video Arte di Ferrara, unica istituzione artistica espressamente dedicata in Italia alla produzione di video-tape.
Intrecciando nuovamente i percorsi del MAMbo e delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara deriva un’esposizione che offre alcuni importanti saggi di due particolari percorsi operativi che, tra quelli sviluppati, hanno maggiormente caratterizzato il Centro Video Arte di Ferrara: la video-registrazione di performance da un lato e la video-scultura dall’altro.
Per il primo ambito, che si collega idealmente, approfondendolo, al capitolo dedicato al Centro Video Arte nella sezione Rilevamenti d’archivio della collezione permanente del MAMbo, sono state selezionate registrazioni di performance di Claudio Ambrosini, Sylvano Bussotti, Claudio Cintoli, Giuseppe Chiari e Federica Marangoni, tutte provenienti dall’ingente archivio di videotape delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, Centro Video Arte, da oltre un decennio oggetto di studio e di interventi di preservazione e di restauro realizzati in collaborazione con il Dipartimento di storia e tutela dei beni culturali e della Camera Ottica dell’Università di Udine e grazie al sostegno della Fondazione Giuseppe Pianori di Ferrara.
La produzione di video-sculture è documentata da opere significative di tre artisti che hanno collaborato assiduamente con il Centro Video Arte di Ferrara: Fabrizio Plessi, Maurizio Camerani ed Enzo Minarelli.
Di Maurizio Camerani è esposta “Vista dal basso”, realizzata nel 1988 per la monografica ai Musei Civici di Rimini, più volte riproposta in mostre personali e collettive e donata al MAMbo dall’artista per la presente occasione. L’opera è composta da quattro scale in ferro disposte a piramide, rese impercorribili da lastre di vetro e sormontate da quattro monitor che proiettano l’immagine di cime di alberi.
Altra video-scultura in mostra è “La Bandiera”, realizzata nel 1989 da Enzo Minarelli per l’edizione dello stesso anno dell’Immagine elettronica, ospitata al PAC, Padiglione per l’Arte Contemporanea di Ferrara. Affiancando e ancorando a un’asta tre piccoli monitor, ciascuno associato a un colore della bandiera italiana, Minarelli traspone in chiave tridimensionale il formato del video-poema, una delle tante dimensioni da lui esplorate nell’ambito della sua intensa attività di polipoeta dedito a ogni possibile forma di espressione poetica.
Viene presentata infine, per la prima volta nella sua interezza, la serie di schizzi preparatori disegnati da Fabrizio Plessi tra il 1988 e il 1992 per il ciclo “Le Stanze/Armadi”, del quale solo alcuni progetti sono stati concretamente tradotti in opere tridimensionali. A illustrare il reale funzionamento e l’impatto di una delle numerose e complesse video-installazioni realizzate da Plessi con il Centro Video Arte, è un breve video a colori che documenta “Tempo liquido”, commissionata dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 1989.

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