Oltre 20 sculture di Luigi Mainolfi, realizzate tra il 1978 e il 2020, a Venaria (TO) fino al 10 novembre sono ambientate nella Corte d’Onore, nel Gran Parterre dei Giardini della Reggia e nella Cappella di Sant’Uberto, nella mostra realizzata a cura di Guido Curto e Clara Goria.
Dalle sculture a tema zoomorfo deriva il titolo, Bestiario, che rimanda ai codici miniati medievali illustrati con animali reali e immaginari, ma anche alla zoologia fantastica di Jorge Luis Borges.
Un tema ricorrente in Mainolfi, già autore del Bestiario del Sole con le sue policrome creature metamorfiche tra mito e fiaba.
Il Bestiario mainolfiano si insedia nelle architetture, invade le verdi geometrie dei giardini ed entra in contatto con la viva presenza di cerbiatti e altra fauna selvatica del parco e del bosco circostante. Creature fantastiche e mutanti, in dialogo con le favole e gli animali modellati e dipinti della Reggia di Venaria, interamente dedicata nel Seicento al mito di Diana, dea della luna e della caccia.
Sulle terrazze della Torre dell’Orologio svettano le Caprette blu, lo Struzzo, le Gabbie, Cervallo piramide e Solcavallo, realizzati come un disegno in ferro.
Oltre la Corte d’onore, nel Loggiato della Sala di Diana, ecco Alatino e le coloratissime Bandiere zoomorfe.
Nel Gran Parterre del Parco Alto ecco le Centaure, Titan e poi Apesse e altri animali dai nomi e dalla forma immaginifici: Malat, Nominon femina e Nominon oro, Scosso, i Silontes e Soltitan. Nella Cappella di Sant’Uberto emergono due Isole, sculture dall’aspetto di grandi conchiglie di bronzo con marmo, legno e acqua, sospese su acuminati peduncoli, come acquasantiere, approdate da lontani Arcipelaghi.