“Fotografia al buio” è il titolo della mostra, composta da immagini realizzate da persone ipovedenti e non vedenti che raccontano i luoghi di Verona, ospitata al Museo Archeologico Nazionale di Verona, fino al 29 luglio e realizzata a cura di Sergio Visciano.
Le opere sono frutto di un corso fotografico realizzato dall’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Verona, condotto dal fotografo Sergio Maria Visciano e sostenuto dal Gruppo AGSM AIM.
I sette partecipanti al corso, Silvia Cepeleaga, Giorgio Gagliardi, Angela Gianesella, Mattia Grella, Paolo Lizziero, Maurizio Turra, Laura Veronesi, hanno scelto individualmente i propri soggetti e le modalità di ritratto della realtà, producendo immagini suggestive che raccontano diversi aspetti delle persone e della città di Verona.
Il percorso alterna viste architettoniche e storiche della città scaligera con altre di tipo naturalistico del Fiume Adige e dell’abitato di Montorio caratterizzato dalla presenza di acque di risorgiva, con ritratti in studio di una modella, una statua bronzea di Cangrande della Scala e un cesto di frutta che evoca un’atmosfera caravaggesca.
Infine, su proposta del Museo Archeologico Nazionale di Verona, sono stati ritratti alcuni reperti archeologici del museo, che sono stati fatti uscire dalle vetrine sottraendoli all’abituale condizione di inaccessibilità.
Non solo la campagna fotografica, ma anche l’esposizione è stata pensata nel segno della massima accessibilità: si è rivolta un’attenzione particolare alla modalità di stampa per renderla fruibile a tutti gli spettatori, affiancando alle stampe di tipo tradizionale la tecnica delle litofanie tattili che propongono dei rilievi delle immagini riprese. Inoltre, per alcuni oggetti, sono stati proposti elementi stampati a mezzo di stampante 3d. Infine, è inoltre fornito ai visitatori un codice QR con la descrizione audio del progetto.“…La fotografia tattile non solo offre una nuova dimensione espressiva alle persone con disabilità visive, ma permette anche a tutti i visitatori di sperimentare la creatività in modi nuovi e profondi. È un esempio potente di come il design inclusivo possa abbattere le barriere, promuovendo una società più equa e aperta”, dichiara Marta Ugolini, Assessora con delega alla Cultura.