L’Associazione Culturale GrandArte promuove la mostra personale di Luigi Stoisa, fino al 25 agosto e a cura di Roberto Mastroianni, dislocata in due sedi, che presenta opere realizzate dall’artista a partire dalla fine degli anni ’70: nel complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo opere storiche e polimateriche animano le diverse cappelle e completeranno la navata centrale raccontando della “Grande sete”. Nel Palazzo di Santa Croce invece, una moltitudine di progetti, sanguigne, sculture e video, racconteranno la genesi del lavoro e riporteranno il pubblico alla fonte di tutto.
L’evento, parte del progetto “GrandArte, esperienze d’arte collettiva che possono generare comunità”, è sostenuto dalla Regione Piemonte con il contributo di Fondazione CRT, Fondazione CRC e con il Patrocinio del Ministero della Cultura e della Città di Cuneo, con il sostegno dell’Agenzia di Assicurazione Cuneo Bisalta sas di Galliano, e grazie alla Cartiera Pirinoli s.c. verranno realizzate delle installazioni ad hoc per la mostra.
“Vi è una dimensione filosofica e spirituale che caratterizza l’arte di tutti i tempi e di tutti i luoghi e vi sono alcuni artisti, come Luigi Stoisa, che sono in grado di accedere in maniera profonda e istintuale a questa dimensione fondante e sotterranea dell’estetico. Quando ciò accade siamo in presenza di una ricerca esistenziale, che prende la forma più o meno esplicita di un misticismo laico e che si esprime in peculiari e personali filosofie dell’arte, che innervano e guidano la produzione artistica, permettendo la connessione con quella specie di “anima del mondo” da cui emergono il senso e il significato che danno forma alla nostra stessa esistenza.
[…] le diverse forme e iconografie della tradizione vengono assunte e interpretate per essere rese attraverso i linguaggi del contemporaneo e le forze e la natura dei materiali, tematizzando uno spazio di senso in cui lo stesso concetto di arte e il ruolo dell’artista vengono sottoposti a verifica e ripensati. Questo è lo spazio di un’apertura al passato e al futuro, in cui l’umano trova collocazione nel presente della creazione artistica e della fruizione dell’opera d’arte, che permette l’instaurarsi di un regime dello sguardo e dell’esperienza estetica che si caratterizza come rammemorazione dell’essere, dell’esistenza e dell’umano. Questo è uno spazio in cui la materia incontra lo spirito.” Roberto Mastroianni, testo tratto da “Luigi Stoisa. Lo spirituale nell’arte tra forma e materia”, 2024.