Per la sua terza edizione, il Festival dei Calanchi promuove una mostra dedicata ai Calanchi, appunto e alle Argille Azzurre, fino al 4 luglio e successivamente dal 19 al 26 settembre al Museo Carlo Zauli di Faenza, a cura di Matteo Zauli con Consuelo Battiston, Luigi Cicognani e Donato D’Antonio, con lo scopo di valorizzare la zona geografica dei “calanchi delle argille azzurre”, così definite da Leonardo da Vinci nel noto Codice Hammer, compresa tra i territori di Faenza, Brisighella, Riolo Terme, Castel Bolognese.
I calanchi sono ciò che resta dei fondali sabbiosi del mare preistorico di milioni di anni fa e si strutturano come creste ammantate di ginestra odorosa, di orchidee e di una specie che cresce soltanto tra queste argille, l’artemisia cretacea: un territorio che comprende terrazze panoramiche, scorci mozzafiato, argille pregiate, fonti di acqua termale, vigne e coltivazioni di alto livello e che è oggetto di innumerevoli storie, narrazioni, leggende. In pochissimi chilometri quadrati, quest’area raccoglie meraviglie naturalistiche e culturali, ed è fonte d’ispirazione per molti artisti, in particolare per Carlo Zauli, tra i ceramisti scultori più importanti del Novecento, che a queste terre dedicò tanta parte del suo lavoro, citandoli plasticamente nelle sue sculture monumentali.
Anche quest’anno il Festival propone un ampio cartellone en plein air: mostre, laboratori e performance di arti visive, teatro, danza, letture poetiche, concerti, allestimenti tra architettura e design, degustazioni enogastronomiche, laboratori di yoga e Bioginnastica®, trekking culturali, incontri legati alla sostenibilità ambientale, coinvolgendo scuole, accademie, corsi di formazione, singoli, gruppi, associazioni culturali, con l’obiettivo di creare un vero e proprio Parco Culturale dei Calanchi, il cui simbolo, il Padiglione delle Argille Azzurre progettato dallo Studio Bartoletti Cicognani, è stato installato nel Punto Panoramico Dinosauri (via Pideura, a metà strada tra Oasi e Bulzaga).
Questa terza edizione del Festival dei calanchi e delle argille azzurre vede alcune presenze internazionali, come la giapponese Noriko Yamaguchi, tra gli artisti protagonisti della mostra Azzurro fragile, insieme a Francesco Nonni, Gilberto Bucci, Carlo Zauli, Giovanni Pini, Sergia Avveduti, Cesare Reggiani, Barbara Deponti, Marco Samorè, Andrea Salvatori, Monica Zauli, Jacopo Casadei, Silvia Chiarini, Marco Ceroni, Oscar Dominguez, Gaia Carboni.
Lo scultore colombiano Juan Esteban Sandoval propone, in collaborazione con il musicista greco George Moraitis, The sounds of the Earth. Esplorazione dei Calanchi: suono e argilla, una performance con sculture sonore, mentre i connazionali Zoe Drakopoulou, Petros Roussos, Iannis Sioutis, hanno realizzato un’inedita performance itinerante, Rebearth, azione performativa sostenuta dal programma Culture Moves Europe, progetto finanziato dall’Unione Europea che rende la Grecia vero e proprio paese ospite di questa edizione del festival. Infine, Save the Children ha realizzato un’originalissima attività dedicata ai bambini, mentre un richiamo al Festival si terrà poi a settembre con la presenza di Enrico Malatesta, che declina il proprio lavoro all’indagine sonora della produzione di manufatti in ceramica, e dello scultore ceramista di rilievo internazionale Alfredo Gioventù.