Mario Parodi. Photomarioparodi


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La produzione fotografica di Mario Parodi rappresenta nel suo complesso un imperdibile compendio visivo della cultura di Genova lungo oltre cinque decenni, tra Secondo Novecento e Nuovo Millennio e la Città riconferma tale importanza promuovendo una mostra a lui dedicata: “Photomarioparodi”, al Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce fino al 14 luglio e realizzata a cura di Ferruccio Giromini, Roberto Rossini, Laura Giovannini.

Mario Parodi, Andrea Ceccon e Hollywood boys, Hong Kong, 1981

Il fotografo Mario Parodi (1951-2023), la cui attività pubblica è iniziata precocemente nel 1969, per oltre cinquant’anni è stato un testimone sempre attento e sollecito della vita culturale genovese, con particolari riguardi alle arti visive più titolate e agli scenari artistici e musicali alternativi.
La sua sterminata produzione fotografica ha documentato continuativamente vari campi di occasioni creative prodotte nel capoluogo ligure, tanto nei settori pubblici quanto in quelli privati. Per decenni è stato il fotografo meticoloso delle attività del Museo di Arte Contemporanea di
Villa Croce; per le sue rare capacità di operatore fine art in camera oscura, è stato scelto per realizzare serie di stampe di maestri storici della fotografia internazionale; ha ripreso dipinti, sculture, installazioni di numerosi singoli artisti, riproducendone le immagini con la massima fedeltà in cataloghi per i principali editori del settore e per gallerie storiche, da Pourquoi Pas? e Martini & Ronchetti a Unimedia; della lunghissima storia espositiva del Museo di Villa Croce fin qui; della preziosa stagione del Teatro del Falcone; dei concerti alternativi tra i locali degli accesi Seventies ed Eighties; delle mobilitazioni politiche raccolte per l’Archivio dei Movimenti; degli arrivi in città di personaggi mitici come Allan Kaprow.
Ha documentato inaugurazioni, performance, happening, concerti, installazioni, in gallerie private e sedi espositive pubbliche; ha ideato immagini icastiche per la pubblicità, calendari, dépliant, campagne di pubblica utilità. A fianco dell’imponente impegno professionale ha dato
forma anche a opere fotografiche di raffinata ricerca personale.

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