In occasione del cinquantenario della strage di piazza della Loggia, il Museo di Santa Giulia a Brescia ospita, fino al 28 luglio prossimo, la mostra di Maurizio Galimberti, dal titolo “Brescia, Piazza Loggia 1974”, promossa dalla Fondazione Brescia Musei e curata da Renato Corsini, da un’idea di Paolo Lodovici e Maurizio Galimberti.
Il progetto sviluppato da Maurizio Galimberti trae spunto da fotografie originali di Pietro Gino Barbieri, Silvano Cinelli, Renato Corsini e Eugenio Ferrari fornite dall’Archivio di Casa della Memoria, dall’Archivio storico Silvano Cinelli e dall’Archivio Corsini/Ferrari ed è uno degli appuntamenti della VII edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana, quest’anno declinato attorno al titolo Testimoni, un termine che sottolinea la capacità dei fotografi di documentare il presente favorendo la lettura della storia attraverso il racconto che ne fanno le immagini.
Partendo dalle fotografie scattate il giorno della strage, e includendo anche alcune immagini di manifesti, scritte murali, fototessere, il reportage dei funerali e dei disegni di bambini, Galimberti ha realizzato una nuova, potentissima lettura.
Il valore storico e documentale di queste immagini originali è stato sottoposto a un processo di scomposizione e ricomposizione, tipico della cifra tecnica più caratteristica di Galimberti.
Il risultato è una installazione di 40 fotocollage di grande formato alle quali si aggiungono sei Polaroid 50×60, ottenute attraverso la trasposizione dell’immagine su lastra e sviluppo a strappo da negativo.
Spiega il curatore che Galimberti crea in questo modo un nuovo racconto dove tutti gli elementi che compongono le sue opere sono messi in evidenza, al fine di restituire al visitatore un nuovo e diverso tono di drammaticità ai fatti documentati e stimolare inediti spunti di riflessione.
Maurizio Galimberti riesce a musealizzare quelle fotografie e, senza minimamente alterarne la sostanza, le trasforma in un percorso creativo del proprio pensiero se l’iconografia della strage di piazza della Loggia a Brescia torna a vivere con rinnovata attenzione, una parte di merito è anche da attribuire a Galimberti, capace di proporre un linguaggio della fotografia autoriale che si nutre di ricerche e di sperimentazioni partendo da lontano, rifiutando casuali improvvisazioni e confermando una profonda conoscenza del mezzo, delle sue potenzialità e del suo grande valore comunicativo.
La mostra è corredata da un catalogo edito da Skira Arte.