Vittorio Tavernari / Davide Maria Coltro / Alfabeto del Contemporaneo


Stampa

Fino al 1° settembre, il MA*GA di Gallarate (VA) ospita tre nuove esposizioni che propongono un affondo sulla ricerca di Vittorio Tavernari, uno dei più importanti scultori italiani del secondo dopoguerra, e Davide Maria Coltro, pioniere e maestro della sperimentazione tecnologica.

Vittorio Tavernari, lo Studio a Barasso (VA)

A questo si aggiunge il riallestimento della collezione permanente nato a partire dalla produzione video Alfabeto del Contemporaneo, in collaborazione con Sky Arte.

Al centro dell’evento è l’importante acquisizione dell’Archivio, della Biblioteca e di alcune opere di Vittorio Tavernari (1919-1987), avvenuta grazie al finanziamento della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura attraverso il bando PAC, Piano per l’Arte Contemporanea 2023, vinto dal Museo MA*GA.

La mostra, curata da Emma Zanella e Alessandro Castiglioni, il cui titolo “Vorrei scolpire l’universo” ricalca quello di un articolo scritto dallo stesso Tavernari sulla rivista “Epoca” nel 1951, propone opere e documenti parte dell’Archivio che approfondiscono alcune iniziative nazionali e internazionali cui l’artista partecipa da assoluto protagonista.

Il percorso espositivo si apre con il richiamo a due significativi episodi per la città di Gallarate: la partecipazione di Tavernari alla seconda edizione del Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate nel 1951 e la realizzazione della Fontana di Piazza Libertà, scolpita dall’artista in taglio diretto nel 1955.

Una sezione analizza la sua esperienza, avvenuta tra il 1962 e il 1963, al MOMA di New York, dove espose il Torso del 1961, una grande scultura acquisita per le collezioni permanenti del Museo newyorkese. L’anno successivo, nel 1963, Tavernari viene invitato da Luigi Carluccio alla XXXII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia con una sala personale composta da 11 sculture.

Un decennio dopo, nel 1972, l’artista partecipa alla X Quadriennale di Roma e alla mostra itinerante Contemporary Italian Sculpture a cura della stessa Quadriennale, ospitata da istituzioni quali l’Hanoke Open Air museum in Giappone, il Museo di Arte Moderna di Città del Messico, l’Alten Museum di Berlino e la Pinacoteca Nazionale di Atene.

Nel 1973, Tavernari è al Musée Rodin di Parigi con una antologica, a cura di Monique Laurent, che consacra definitivamente lo scultore sulla scena artistica europea.

La personale di Davide Maria Coltro (Verona, 1967), dal titolo “Astrazione mediale”, s’inserisce all’interno della programmazione delle attività del Museo nell’Era Post – Digitale sostenuta dal Fondo Cultura 2021 del Ministero della Cultura, ed è il nuovo capitolo della ricerca promossa dal MA*GA sull’arte digitale.

La rassegna, curata da Alessandro Castiglioni e con il contributo critico di Elena Pontiggia, presenta la più recente produzione di Davide Maria Coltro in cui il linguaggio mediale, caratteristico della sua cifra più autentica, assume nuove connotazioni astratte e sintetiche, capaci di evidenziare i rapporti tra gli elementi fondamentali della pittura elettronica, quali bit e pixel, in un codice da lui stesso definito “pittura oltre la materia”.

Il percorso espositivo si compone di una serie di nuove installazioni, appositamente pensate e costruite per gli spazi del museo, in cui i Quadri Mediali si caratterizzano per un flusso generativo astratto in costante mutamento e progettato dall’artista da remoto.

Invece, fino al 16 giugno, “Alfabeto del Contemporaneo. La voce degli artisti” propone il riallestimento della collezione permanente del MA*GA, nato a partire dalla omonima produzione video, in collaborazione con Sky Arte. Il programma, realizzato da Storyville con la cura di Alessandro Castiglioni e Emma Zanella, si inserisce all’interno del progetto Il Museo nell’era Post Digitale – Fondo Cultura 2021, Ministero della Cultura.

Share Button