Rientra nel programma della dodicesima edizione di Art City Bologna, promosso da Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera, la personale di Giovanni Morbin “Indispensabile”, al Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna, fino al 25 febbraio prossimo.
La mostra, curata da Daniele Capra, è costituita da una cinquantina di lavori di natura scultorea e documentativa realizzati dalla metà degli anni Ottanta a oggi, e da nuove performance realizzate da Morbin per l’occasione. Le opere sono esposte negli spazi della sala dedicata alle mostre temporanee e nella Sezione preistorica del Museo Archeologico.
La mostra bolognese è l’ultimo di una serie di progetti espositivi che hanno visto in questi mesi Giovanni Morbin (Valdagno, 1956), uno dei più importanti body artist italiani, protagonista in spazi istituzionali in Austria, Slovenia e Italia. Tali appuntamenti rappresentano la più ampia ricognizione mai dedicata alla sua ricerca, che si sviluppa per oltre quarant’anni a partire dagli esordi alla fine degli anni Settanta. Questa mostra nasce dalla fascinazione di Morbin per alcuni dei reperti archeologici conservati nel Museo Civico Archeologico di Bologna, e in particolare per gli attrezzi e gli strumenti che l’uomo ha pensato e realizzato, sin dalla preistoria, per espletare le differenti necessità che via via si sono presentate. La mostra fornisce un focus sui lavori dell’artista dotati in maniera paradossale di funzioni che non rispondono però a necessità di ordine pratico, come di solito accade con gli utensili, quanto invece a finalità di natura espressiva.
I lavori selezionati evidenziano infatti una particolare tendenza di Morbin a considerare l’opera come dispositivo necessario a espletare funzioni insolite di tipo concettuali o immaginarie. I suoi strumenti, molti dei quali finalizzati alla manipolazione degli oggetti, al posizionamento del corpo, all’azione diretta o anche all’inazione, sono ‘impropri’ e non hanno una finalità reale effettiva e misurabile. Sfuggono sia alle classificazioni quanto alla stessa logica funzionale dell’utilità da cui essi stessi sono originati.
La mostra è corredata da un catalogo, che sarà pubblicato nel corso della mostra, con le immagini di allestimento, testi di Daniele Capra, Denis Isaia, e una conversazione tra Giovanni Morbin e Simone Menegoi.