Sette studentesse e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma: Emmanuel Kelechi Anyigor, Simona Murrone, Marco Orsini, Lucia Paparello, Giorgia Perrone, Rucsandra Raluca Cristache, Elena Tagliaferri, fino al 10 marzo prossimo espongono, a turno, ognuno tre fotografie scattate al Museo dell’Ara Pacis nella mostra “Luce, Memoria, Apparenze. L’Ara Pacis interpretata da sette giovani fotografi”.
L’esposizione, curata da Anna Maiorano e Flavia Matitti, docenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma, con la collaborazione della tecnica di laboratorio Antonia Parente, è promossa dall’Accademia di Belle Arti di Roma in collaborazione con Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Il progetto trae origine dal workshop “Fotografare l’Architettura” tenuto dal fotografo romano Andrea Jemolo, uno dei maggiori maestri della fotografia di architettura storica, moderna e contemporanea. Sotto la guida di Jemolo, i partecipanti al workshop si sono recati più volte nella primavera del 2023 a fotografare l’interno e l’esterno del Museo dell’Ara Pacis, nelle diverse ore del giorno, soffermandosi sia sul moderno edificio museale progettato dall’architetto statunitense Richard Meier, sia sulle antiche vestigia dell’Altare della Pace Augustea (Ara Pacis Augustae).
Ogni fotografo ha visto e interpretato il Museo dell’Ara Pacis secondo la propria sensibilità e formazione artistica, spesso privilegiando il dettaglio alla visione d’insieme. Sguardi differenti si sono quindi posati sugli elementi architettonici, sulle sculture e sugli ornamenti, hanno indagato e catturato le forme geometriche, i giochi di luce, le ombre e le trasparenze, dando vita a un originale mosaico di immagini in grado di tradurre visivamente impressioni e sensazioni suscitate dal luogo e dal monumento.
Tra i partecipanti al workshop, i sette fotografi selezionati per la mostra espongono ognuno tre fotografie rappresentative di un progetto più ampio, formato da dieci immagini. Queste micro-mostre personali, della durata di circa una settimana ciascuna, si tengono nello spazio adiacente l’ingresso dello spazio espositivo, un breve corridoio con una parete vetrata che permette anche ai passanti lungo la via di Ripetta la vista del trittico fotografico.