All’Archivio di Stato di Salerno si tiene il secondo appuntamento di Nexus che vede protagonista Pierpaolo Lista (Salerno 1977), con la sua mostra aperta fino al prossimo 27 gennaio.
L’artista da oltre vent’anni conduce una ricerca visiva di grande originalità e di raffinata poesia, adottando di volta in volta tecniche e materiali diversi per costruire paesaggi visionari eppure riconoscibili, immagini silenziose dai segni essenziali cui il colore attribuisce intensità emotiva, equilibrando ogni volta il rigore progettuale. La fotografia, la pittura, la scultura, l’installazione ambientale e, più di recente, il video sono oggetto della sperimentazione paziente di Lista, che ha individuato nel dipinto Riquadro Nero Rosso, 1987 di Carla Accardi il testo visivo con cui intessere il proprio discorso artistico.
“Sentieri interrotti” è il titolo della personale, pensata da Lista per lo spazio della cappella San Ludovico, curata da Antonello Tolve e Stefania Zuliani. L’esposizione presenta tutte opere inedite, lavori su vetro e su carta, accompagnati da schizzi, appunti grafici, video e differenti materiali progettuali che nella sala adiacente alla cappella ricostruiscono le tappe di un lavoro in cui la lezione astratta e seducente di Carla Accardi trova nuova vita e intensità.
L’opera di Carla Accardi, artista che, come Mathelda Balatresi, con cui ha dialogato Rosita Taurone nella mostra Fotosintesi, primo appuntamento di Nexus, ha rivendicato la necessità di un diverso ruolo della donna nell’arte e nella società, è diventata così nei Sentieri interrotti che segnano la personale di Lista l’occasione di una pratica di linguaggio che non si sottrae ad una personale riflessione sul ruolo e sul valore del femminile. Il lavoro di Pierpaolo Lista è una prassi di ricostruzione di scenari disabitati, ambientazioni scarnificate, riproduzione di oggetti rappresentati da linee essenziali. Egli si rivolge a un quotidiano silenzioso, costruito con dettagli che non rappresentano la realtà ma la sua personale visione, ironica e pungente. Isolando oggetti privati di ogni materialità, ne accentua il loro valore simbolico, intimo e personale, sottraendoli al rumore e agli eccessi del mondo esterno che li sovraespone. Le sue immagini nascono dalla manipolazione di archetipi narrativi, immagini mentali, flash visivi. Sono luoghi artificiali dove è possibile, però, interrogarsi sullo spazio reale, lasciando che l’immagine viva la propria indipendenza e autenticità.