Le carte dei sogni è il titolo della bi-personale di Clara Garesio ed Ellen G., a cura di Carmine Maturo fino al 28 dicembre prossimo, a Napoli, nella suggestiva cornice del complesso monumentale di San Domenico Maggiore, presso il caffè letterario DOM Santi Bevitori.
La mostra, patrocinata dal Comune di Napoli e realizzata in collaborazione con Gentle Green Events e con l’Associazione Napoletana Beni Culturali, propone un duplice itinerario attraverso la variegata produzione espressa dalle due artiste legate da una relazione artistica e familiare. In quanto madre e figlia, infatti, Clara Garesio ed Ellen G., pur esprimendosi con linguaggi autonomi, condividono un comune “lessico artistico familiare”, caratterizzato dalla spiccata operosità delle mani, dalla particolare cura esecutiva e dalla grande libertà immaginativa che conferisce alle loro opere una qualità onirica e a tratti surreale. In più, sebbene entrambe pratichino anche altri ambiti creativi, le opere selezionate per questo insolito percorso espositivo sono accomunate dalla materia cartacea del supporto, essendo rispettivamente disegni/dipinti su carta e papier collés di piccolo/medio formato: tutti esemplari unici.
L’obiettivo dell’evento è di sperimentare inconsuete interazioni tra pubblico e opera d’arte, così da rendere l’arte non solo fruibile in una dimensione intima e quotidiana, ma anche accessibile a tutti nel tempo del dono e della festa.
Clara Garesio Torinese di nascita, si è formata all’Istituto d’Arte per la Ceramica G. Ballardini di Faenza nei gloriosi anni Cinquanta e da allora ha sempre condotto, attraverso una rigorosa “disciplina del fare”, una personale ricerca artistica prevalentemente in campo ceramico, pur praticando svariati altri ambiti espressivi, tra cui l’assemblage, l’installazione, la pittura, il disegno, dando forma e colore alla propria inesauribile e pura immaginazione e affiancando l’impegno didattico all’attività artistica ed espositiva. L’origine dello pseudonimo Ellen G. che Francesca Pirozzi ha eletto a proprio nome d’arte, deriva dall’assonanza con la radice linguistica greca “lg”, da cui légo, “mettere insieme”. Il legame relazionale rappresenta infatti una costante nel suo lavoro, che si esprime attraverso le tecniche del papier collé e della scultura ceramica e si incentra, appunto, sulla ricerca di correlazioni tra elementi iconici o simbolici, spesso desunti dai repertori universali dell’arte e della natura: singolarità che dialogano, si contaminano, si fondono, tendendo a una sintesi d’armonia e bellezza.