Il Museo Archeologico Regionale di Aosta, fino al 7 aprile 2024 ospita una mostra di Felice Casorati (1883-1963) “Pittura che nasce dall’interno”, organizzata dall’Assessorato Beni e Attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali, a cura di Alberto Fiz.
La mostra è composta da oltre cento opere tra dipinti, sculture, disegni e bozzetti teatrali dal 1904 al 1960 che consentono di rileggere il percorso creativo di uno tra i maggiori artefici del Novecento affrontando, attraverso sei sezioni, gli aspetti fondamentali della sua ricerca con un’attenzione specifica non solo alla pittura, ma anche a un ambito di ricerca assai meno indagato come la scultura. Tra i molti capolavori proposti è sufficiente segnalare “Le vecchie comari”, 1908, “Persone”, 1910, “Le ereditiere”, 1910, “Maria Anna De Lisi”, 1918, “Tiro al bersaglio”, 1919, “Le due sorelle”, 1921, “Donne in barca”, 1933, “Testa gialla”, 1950. Viene poi presentato a quasi sessant’anni dalla sua ultima mostra pubblica risalente al 1964 “Nudo con le trecce” o “Ragazza di schiena” del 1930, un dipinto di particolare suggestione.
Insieme a un gruppo di disegni in parte inediti, viene proposto “Fanciulla addormentata”, inchiostro su carta intelata, straordinaria testimonianza del 1921 che rappresenta lo studio preparatorio per il dipinto omonimo andato distrutto dieci anni dopo nel rogo del Glaspalast, il Palazzo di Cristallo di Monaco. Compaiono poi due pannelli risalenti presumibilmente al 1919 realizzati da Casorati per la sua abitazione torinese.
Nell’ambito della scultura compare un raro bassorilievo in gesso “La dormiente” del 1924 identico a quello che faceva parte del teatro privato del mecenate e collezionista torinese Riccardo Gualino.
Non manca poi un approfondimento sulla scuola privata di Casorati, nota come Scuola di via Galliari, dove si sono formati i suoi allievi più noti tra cui Silvio Avondo, Albino Galvano, Nella Marchesini, Marisa Mori, Paola Levi Montalcini, Lalla Romano e Daphne Maugham che diventerà sua moglie.
Il titolo della rassegna prende spunto da un testo scritto dallo stesso Casorati in occasione della I Quadriennale di Roma del 1931 che appare come una dichiarazione di poetica: “Di fatto io non ho mai capito il movimento “qui déplace les lignes” e adoro le forme statiche: e poiché la mia pittura nasce, per così dire, dall’interno e mai trova origine dalla mutevole “impressione”, è ben naturale che queste forme statiche e non le mobili immagini della passione, si trovino nelle mie figure…”.
Le opere in mostra provengono da istituzioni pubbliche e private tra cui la GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e la Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris di Torino, il Mart-Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, l’Archivio Storico Artistico, Bozzetti e Figurini del Teatro alla Scala di Milano e il Museo Teatrale alla Scala, i Musei Civici di Verona-Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, la Collezioni dei Musei Civici Fiorentini, Collezioni del Novecento, la Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni, le Collezioni d’arte contemporanea della Regione Autonoma Valle d’Aosta, il Gruppo Tim-Collezione Olivetti di Torino e la Rai. La mostra è accompagnata da un ampio catalogo in italiano e francese edito da Gli Ori con saggi critici di Alessandro Botta, Luigi Cavallo, Alberto Fiz, Daria Jorioz, Luca Motto, Patrizia Nuzzo, Francesco Poli, Sergio Risaliti.