La FMAV, fino all’11 febbraio prossimo, ospita nella propria sede di Palazzo Santa Margherita di Modena, la mostra personale di Evan Roth (Lansing, Michigan, USA, 1978), “Mondi Distorti” a cura di Chiara Dall’Olio. L’artista americano, per la prima volta in Italia con una personale, opera tra fotografia, video, installazione e pittura.
Al centro della sua ricerca artistica ci sono le distorsioni presenti sia a livello tecnico che socio-politico nel mondo delle reti digitali. Attraverso le sue opere Evan Roth rende visibili agli occhi di tutti gli aspetti invisibili delle tecnologie legate alla comunicazione, sfidando così la normale percezione che si ha di esse.
Questa mostra presenta opere realizzate tra il 2013 e il 2023 che riflettono sulla relazione tra internet e la società. Il percorso espositivo si apre con l’opera inedita “…” [dot dot dot] realizzata per l’occasione. Un prisma triangolare sospeso e rovesciato, formato da un intreccio di cavi ethernet che convergono verso la punta entro cui è collocato un router a cui i visitatori possono connettersi.
L’installazione “…” è accompagnata dalla serie di dipinti in acrilico Strands, nata nel 2020 e ancora in corso, che sovrappone il sistema della cartografia alla rete, entrambi ritenuti affidabili, ma frutto di fraintendimenti causati dalle strutture di potere.
Sempre con lo stesso sistema e con analoghi obiettivi è stata creata nel 2020 la serie di video Skyscapes ancora in progress, prodotta a partire da fotografie manipolate attraverso la funzione “animazione” del software. Roth ha inserito immagini reali del cielo di Modena scattate nel mese di aprile 2023 e le ha trasformate seguendo tutte le possibilità date dalle distorsioni cartografiche, continuando a seguire idealmente un’altra delle operazioni matematiche impossibili, la quadratura del cerchio, ovvero la costruzione di un quadrato che abbia la stessa identica area di un cerchio.
Il percorso espositivo prosegue con la videoinstallazione Landscapes (2016 – 2020), uno dei lavori più famosi dell’artista, che segna una svolta importante nella sua pratica artistica, da opere create on-line, a un’opera che si interroga su cos’è la rete, come è fisicamente costituito questo strumento che collega tutto il globo, su come è cambiato rispetto ai primi anni 2000, diventando anche un mezzo di controllo e potere. Chiude la mostra la serie di sculture Bent Networks, cominciata nel 2020, installazioni di cavi Ethernet collegati fra loro in forme originali su basi minerali (marmo, quarzo), rendendo visibile il collegamento dei cavi che corre sulle pareti e sul pavimento di tutta la mostra. Il router all’interno di “…” è connesso, con tutto il tessuto di cavi che lo circonda, a tutte le opere in mostra: al trasmettitore di Skyscapes, ai monitor di Landscapes e ai Bent Networks creando una rete fisica oltre che funzionale nel microcosmo che sono le sale espositive di FMAV Fondazione Modena Arti Visive.