La Fondazione Sabe per l’arte di Ravenna promuove e ospita fino al 16 dicembre “Anemoni”, mostra di Renata Boero (1936), Valentina D’Accardi (1985) e Alessandro Roma (1976), a cura di Irene Biolchini, realizzata nell’ambito di Ravenna Mosaico, VIII Biennale di Mosaico Contemporaneo con il patrocinio del Comune di Ravenna e del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna e in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Il progetto coinvolge tre artisti di generazioni diverse che, con differenti approcci creativi, riflettono sul rapporto tra natura, decorazione e frammento. Il titolo della mostra, Anemoni, richiama il tema della vegetazione che caratterizza i mosaici ravennati e in particolare i fiori simbolo di caducità e di fragilità. Le opere in mostra stabiliscono, a seconda dei casi, rapporti diretti e indiretti con la tradizione musiva sul piano materiale, tecnico e iconografico. A Ravenna gli anemoni sono raffigurati come una croce e alludono alla rinascita, reinterpretazione dell’uso farmacologico e cicatrizzante che ne facevano i latini. La mostra Anemoni è un percorso di rinascita, di cura dei traumi, di rapporto con le forze naturali come portatrici di distruzione e creazione. Renata Boero presenta Cromogramma, realizzato immergendo la tela in infusi di pigmenti naturali. Le molteplici piegature che danno vita all’opera generano una griglia, o una sequenza di tasselli di colore. La sua non è una rappresentazione della natura, ma la manifestazione del rituale magico-mitico che ha generato l’opera. Lo stesso rituale che viene celebrato in Abissi di Valentina D’Accardi dove, donando un corpo scultoreo all’immagine digitale, si ritorna ad un rapporto diretto con il mistero e l’insondabile (cercati nella vita di una sequenza di piante domestiche). A chiudere questa riflessione attorno alla potenza creatrice, distruttiva e salvifica della natura, si impongono le opere di Alessandro Roma, una successione di piatti in ceramica (unici manufatti salvatisi dall’alluvione di maggio scorso, galleggiando all’interno del laboratorio di Ceramiche Lega) in cui il soggetto perde i contorni del dato naturale per diventare presenza e salvezza.
Fondazione Sabe per l’arte nasce nel novembre 2021 con l’obiettivo di promuovere e diffondere l’arte contemporanea, con particolare attenzione alla scultura, nella città di Ravenna attraverso mostre, incontri, proiezioni e altre attività culturali. Presieduta da Norberto Bezzi e da Mirella Saluzzo, si avvale della consulenza di un comitato scientifico coordinato da Francesco Tedeschi, docente di storia dell’arte contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e composto dai professori dell’Università di Bologna Claudio Marra, Federica Muzzarelli, Gian Luca Tusini e Claudio Spadoni, già direttore del Museo d’Arte della città di Ravenna. La direzione artistica è affidata a Pasquale Fameli, critico d’arte e studioso dell’ateneo bolognese. Sita a pochi passi dal MAR, Museo d’Arte di Ravenna, la Fondazione si dedica inoltre alla catalogazione delle opere di Mirella Saluzzo e alla costituzione di una biblioteca specializzata sulla scultura contemporanea.