«Rosa Spina tesse ugualmente per donne e uomini, perché fare arte col filo, vuol dire, innanzitutto, meditare sul senso più instrinseco delle cose, a partire dalla loro radice etimologica. Se è vero che ogni opera, come ci insegnano le scienze del linguaggio, è un testo, qualcosa, cioè, di organizzato nel proposito primario di comunicare, è vero che ogni testo è, etimologicamente parlando, una tessitura, ovvero una composizione di elementi che si intrecciano fra di essi, determinando in tal modo, una struttura. Ogni opera della Spina ha quindi la particolarità tutta speciale di essere, nello stesso tempo, un linguaggio, il proprio artistico, e “il linguaggio” quello alla base di tutti gli esistenti, funzionando come una presa di coscienza per via metaforica, molto più immediata ed efficace di quanto non possa risultare qualunque esperienza di texture che al suo confronto suonerebbe come una metafora della metafora, di come esso possa manifestarsi nei suoi primi, fondamentali meccanismi costitutivi » ( Vittorio Sgarbi).
Originaria di Giarre in provincia di Catania, ma calabrese di adozione, vive e lavora a Catanzaro dove ha insegnato “discipline pittoriche” presso il Liceo Artistico Statale. Pioniera della corrente artistica contemporanea “Fiber Art” l’artista implementa la tecnica del Dèfilage indagando la materia per trasmutazioni di forme, reti, fili, colori.
“Cascate di fili reinterpretate e trasformate esprimono una nuova forza creativa, producono contatti impensabili e allargano nuovi orizzonti mentali e visivi”. Rosa Spina, dal 1964 è attiva in numerose manifestazioni d’Arte Contemporanea sia nazionali che internazionali ed ha ottenuto svariati premi, riconoscimenti e consensi da parte della critica. Attualmente è’ on air nel Parco Nazionale della Sila Piccola Centro Natura, Taverna (Catanzaro,) sino al 30 ottobre 2023 con: “Il filo che lega e S-lega. Le trame e gli intrecci “un’esposizione che è stata curata personalmente dall’artista, ed è stata organizzata col centro antiviolenza regionale “ATTIVAMENTE COINVOLTE APS”, il Comune di Taverna e il Reparto Carabinieri Biodiversità di Catanzaro allo scopo di implementare “Il filo della solidarietà femminile” contro la violenza di genere, ricordando la scomparsa di Maria Chindamo, l’imprenditrice calabrese 42 enne di Vibo Valentia, sequestrata e uccisa il 16 maggio 2016 in circostanze orribili, chiarite solo dopo 7 anni di indagini. La mostra al Centro Natura si articola con 22 opere in esposizione nel Museo oltre oltre a 4 installazioni nel bosco “adagiate” sui tronchi degli alberi di Pino. Tra queste, solo per menzionarne: “ TAPPETO” un’installazione sul prato realizzata con fibre riciclate, una composizione di intrecci reinterpretati di un passato ancestrale che si sviluppa attraverso un percorso di ricerca; “NATURA” un lavoro suggestivo dove la natura è vista attraverso una magica astrazione; “MEMORIA STORICA” un’opera che “fa viaggiare” nel passato al tempo delle donne della Magna Grecia; “GEROGLIFICI MENTALI” un’ installazione tematica che spazia tra il reale e il fantastico oppure l’opera “ DIPANARE IL FILO CHE LEGA E S-LEGA” con un chiaro riferimento a storie e visioni, favole e fiabe, ed a migliaia di avventure accumulate che conducono lungo un viaggio sognato. Per concludere, molto significativa l’opera “ MITI E LEGGENDE”, e come scrive Virgilio Patarini: «Attraverso la tessitura arcana dei fili dell’esistenza, lo spettatore ripercorrere con gli occhi dell’anima la storia, a fare memoria personale e collettiva. È il ritorno al grembo originario dell’umanità tra la Magna Grecia e Bisanzio, nella luce emanata dai colori dei fili per disegnare racconti e involare pensieri. Ma la memoria è anche interpretazione estetica di un passato ancestrale che si avviluppa in un lungo percorso di ricerca dialettica in cui superare i confini imposti dalla finitezza dell’uomo».