1600: l’epoca di Van Dyck/1900: il viaggio da de Chirico


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Nel programma di esposizioni d’arte promosse dalla Città di Desenzano del Garda (Bs), è compresa la doppia mostra, presso il Castello fino all’8 ottobre, dal titolo “1600: l’epoca di Van Dyck / 1900: il viaggio da de Chirico”. Organizzata dall’Assessorato alla Cultura, prodotta da MV Arte, curata da Pietro Quattriglia Venneri e Matteo Vanzan con interventi a catalogo di Francesco Boni e Michele Ciolino.

Giorgio de Chirico

La mostra è articolata in due sezioni distinte, ma collegate tra loro, che si snodano nei due piani della sede espositiva: la prima sezione è dedicata alle opere del Seicento nazionale e internazionale, mentre la seconda ospita le ricerche pittoriche relative ai primi quarant’anni del Novecento italiano in un excursus complessivo di 50 opere. 
Fil rouge della mostra è la riflessione sulla pittura del Realismo nata nel Seicento con la stagione barocca e delle sue conseguenze dirette sulla pittura dell’epoca per arrivare alle porte del Novecento quando la realtà, sondata da Giorgio de Chirico, sarà filtrata con l’introspezione dell’inconscio. De Chirico, grazie alla sua pittura di matrice classicista, diventa un punto di congiunzione tra le due epoche teorizzando una Metafisica che influenzerà la nascita del Surrealismo e, assieme a Francis Bacon, del Realismo esistenziale; allo stesso tempo Giorgio de Chirico sarà fondamentale per un Ritorno all’ordine che darà vita al Realismo Magico e alla Nuova Oggettività tedesca.

La riforma protestante definitivamente condannata dal Concilio di Trento nel 1561, produce profondi riflessi in campo artistico. In Italia, sede per eccellenza della cattolicità, le tesi del concilio in materia d’arte per il popolo danno vita a una vera e propria arte della controriforma, specialmente nell’ambito pittorico, essendo la pittura il più diretto elemento mediatico di avvicinamento del popolo al credo religioso. Alla pittura più elitaria del primo Rinascimento, succede la richiesta di dipinti religiosi con messaggi estremamente fruibili, in uno stile più pudico, meno sfolgorante, con abbondanza di esempi di interventi miracolosi ed episodi di santa carità, che ribadiscano il culto cattolico dei santi e il valore di redenzione delle buone azioni, in contrapposizione alle eretiche dottrine riformiste. Ma, al tempo stesso, la controriforma favorì il processo di progressivo abbandono del principio rinascimentale dell’arte come rappresentazione del verosimile, come idealizzazione del reale, per lasciare spazio all’idea che l’arte deve avvicinarsi alla realtà in modo più naturalistico e immediato. La crisi estetica e conoscitiva del manierismo, quella religiosa e politica della Controriforma stimolano a una critica dall’interno ai canoni classici e a forme di espressione che rivalutano sentimento e apparenza: non si indaga più la ratio della natura e delle forme, ma si pone un nuovo rapporto emotivo e formale tra l’uomo e le cose. Dal Seicento, il Realismo è approdato fino a noi con una nuova consapevolezza declinandosi, attraverso Giorgio de Chirico e Francis Bacon, in spunti differenti che trovano, come punto in comune, la riflessione sull’uomo e sulla società. Il Realismo Esistenziale, il Realismo Magico e il Realismo Sociale ci mostrano come la realtà possa essere utilizzata dall’artista come pretesto per raccontare un mondo carico di frustrazioni e sconfitte, gioie e rinascite nell’intento comune di lanciare un messaggio di speranza che possa aprire gli occhi sulla necessità di cambiare le cose verso un futuro migliore. Nella pittura la natura intima dell’uomo viene esternata ed usata per lanciare moniti e messaggi non troppo velati contro una società malata e piena di contraddizioni. L’arte si fa portatrice di messaggi e sfide, enigmi e abissi cosmici nei quali le alienazioni degli autori sono radicate nella vita di tutti i giorni. Una ricerca espressiva fondata su etica sociale e ripensamenti antropologici nella speranza che l’uomo mai si dimentichi delle forze interiori capaci di elevarci moralmente fino a toccare le punte del trascendentale.

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