Inge Morath. Una donna una vita la fotografia


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I Musei Civici di Cagliari, Antico Palazzo di Città, fino al 1 ottobre accoglie la grande retrospettiva italiana di Inge Morath (Graz, 1923 – New York, 2002), la prima fotografa a entrare a far parte della celebre agenzia fotografica Magnum, nel centenario della sua nascita.

Inge Morath, Una donna una vita la fotografia, Musei Civici di Cagliari

Attraverso oltre 150 immagini e documenti originali, l’esposizione, curata da Brigitte Blüml Kaindl e Kurt Kaindl, ripercorre il cammino umano e professionale di Inge Morath, dagli esordi al fianco di Ernst Haas ed Henri Cartier-Bresson nell’agenzia Magnum Photos fino alla collaborazione con prestigiose riviste quali Picture Post, LIFE, Paris Match, Saturday Evening Post e Vogue, attraverso i suoi principali reportage di viaggio.

La mostra a Palazzo di Città è promossa dal Comune di Cagliari e dalla Fondazione di Sardegna e organizzata da Suazes in collaborazione con Fotohof e Magnum Photos.

Il percorso espositivo presenta alcuni dei suoi reportage più famosi, come quello realizzato a Venezia nel 1955, con immagini colte in luoghi meno frequentati e nei quartieri popolari della città lagunare, che sposano la tradizione fotografica dell’agenzia Magnum di ritrarre persone nella loro quotidianità.

Il suo lavoro è, come il buon giornalismo, schietto, privo di compassione e ambiguità. Le sue immagini hanno sempre la capacità di non semplificare mai ciò che è complesso, e mai complicare quello che è semplice; sono fortemente descrittive e al contempo fanno trasparire una rara capacità di analisi del contesto con il quale si confrontava.

L’itinerario di Inge Morath prosegue in Spagna, paese che visitò spesso e di cui conosceva la lingua, fin dal 1954 quando venne incaricata di riprodurre alcuni dipinti per la rivista d’arte francese L’Oeil e di ritrarre la sorella di Pablo Picasso, Lola, spesso restia a farsi fotografare, ma anche della Romania comunista, della natia Austria, del Regno Unito.

Non poteva mancare una sezione dedicata a Parigi, uno dei ‘luoghi del cuore’ di Inge Morath, dove incontrò i fondatori dell’agenzia Magnum: Henri Cartier-Bresson, David Seymour e Robert Capa.

Il viaggio nel lavoro di Inge Morath prosegue in Iran, dove riuscì ad approfondire la conoscenza di quella regione, muovendosi all’interno della dimensione femminile e cogliendo il rapporto fra le vecchie tradizioni e le trasformazioni innescate dalla moderna società industriale in una nazione fortemente patriarcale e si chiude idealmente a New York dove nel 1957 realizza un reportage per conto della Magnum.

Il sogno di Inge Morath fu sempre quello di visitare la Russia. Si avvicinò a questo paese studiandone la cultura e imparandone la lingua prima del suo primo viaggio, avvenuto nel 1965, in compagnia di suo marito, Arthur Miller. Da quel viaggio nacque un ampio lavoro fotografico che negli anni successivi si arricchì da altro materiale raccolto in altre occasioni.

La mostra dà inoltre ampio spazio al ritratto, un tema che l’ha accompagnata per tutta la sua carriera. Da un lato era attratta da personaggi celebri, quali Igor Stravinsky, Alberto Giacometti, Pablo Picasso, Jean Arp, Alexander Calder, Audrey Hepburn, dall’altro dalle persone semplici incontrate durante i suoi reportage.

Una sezione propone, inoltre, la serie di curiosi ritratti ‘mascherati’ nati dalla collaborazione con il disegnatore Saul Steinberg che risalgono al suo primo viaggio a New York durante il quale conobbe la produzione artistica del disegnatore statunitense, rimanendone entusiasta.

Negli anni ‘60 Steinberg aveva iniziato a realizzare la sua serie di maschere e chiese a Inge Morath di trovare delle persone da fotografare con gli abiti adatti per queste maschere. Gli scatti hanno in comune il fatto di essere ambientati nella vita quotidiana newyorkese. Accompagna l’esposizione un volume monografico di Silvana Editoriale.

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