Plessi sposa Brixia


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Con “Plessi sposa Brixia” prosegue l’esperienza di Fondazione Brescia Musei nella contaminazione tra archeologia e arte contemporanea. Con Fabrizio Plessi viene anche portato a compimento il grandioso progetto del Corridoio UNESCO: i contrappunti contemporanei e digitali e immersivi di Fabrizio Plessi fanno comprendere il senso stesso della valorizzazione dell’archeologia.

Fabrizio Plessi sposa Brixia, Basilica San Salvatore, Museo Santa Giulia, © Fondazione Brescia Musei, foto Petrò Gilberti

L’iniziativa, curata da Ilaria Bignotti, promossa da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei è il nuovo capitolo del format Palcoscenici archeologici e s’inserisce nel calendario di eventi di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

È un viaggio che mette in evidenza le vestigia e il patrimonio della città, reinterpretandoli attraverso il caratteristico alfabeto tecnologico e multimediale di Plessi, ovvero con la luce, il suono e le immagini in movimento e che si completa con una esposizione di disegni, tavole e schizzi originali di progetto.

Il tema espositivo che Fabrizio Plessi ha evidenziato coniuga i valori della bellezza, della salvaguardia e della tradizione con quelli della valorizzazione e del riconoscimento del luogo, della sua identità e del suo valore assoluto.

Ispirato dalle vestigia archeologiche e monumentali bresciane, Plessi ha visto in questo patrimonio un bacino di iconografie a partire dalle quali intervenire con il suo linguaggio, per creare una loro trasformazione multimediale in colate dorate, neri fondali, gorghi di luce, suoni e movimenti.

Il percorso, che abbraccia diversi ambienti del complesso museale di Brescia romana, si apre nella Sala delle sculture del Tempio Capitolino che accoglie Capita Aurea, tre grandi opere multimediali, dove tre teste di bronzo di età romana si disciolgono lentamente finendo come oro liquido a terra.

Proseguendo, nell’ambiente centrale della basilica longobarda di San Salvatore s’incontra il grande anello nuziale, fulcro e nucleo narrativo dell’intero progetto, che sposa simbolicamente il Museo, i suoi beni e i suoi valori.

Le Domus dell’Ortaglia accolgono Underwater Treasure, un lavoro ispirato al patrimonio musivo bresciano. Per l’occasione Plessi ha selezionato alcuni mosaici antichi, realizzando un’opera nella quale i motivi grafici si trasformano in maree dalle onde dorate che si stagliano su fondi neri.

Colonne Colanti è il titolo dell’installazione che lavora in dialogo con le pietre miliari, anticamente disposte lungo le vie di accesso a Brixia e sulle quali erano indicate le distanze dalla città e allo stesso tempo veniva celebrata la figura del console o dell’imperatore, che si trovano all’interno del percorso museale di Brescia romana. La colonna, simbolo di potere e monumentalità ed elemento portante dell’architettura, nel lavoro di Plessi diventa liquida, sciogliendosi lentamente fino a scomparire in una pozza dorata.

Impressionato dalla iconografia della Santa Giulia crocifissa, che un tempo faceva parte del corredo della chiesa, l’artista si è concentrato sulla sua figura e in special modo sul panneggio scolpito. Con Floating Santa Giulia, Plessi ha riprodotto digitalmente la figura della santa e, rendendo fluide le movenze dei suoi veli attraverso le tecnologie, fa riflettere sulle violenze della storia e sulla potenza comunicativa di questa scultura.

La mostra si chiude nella Sala dell’Affresco del Museo di Santa Giulia dove sono esposti oltre ottanta schizzi, appunti, disegni e progetti, accompagnati da pensieri sul senso della mostra e delle installazioni, che Fabrizio Plessi ha realizzato in tre anni di lavoro per il progetto bresciano. Accompagna il progetto un catalogo edito da Skira con scritti di Luca Massimo Barbero e Ilaria Bignotti, che ne cura l’edizione.

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