Nelle Sale di Palazzo Ardinghelli, sede del MAXXI L’Aquila, si incontrano le opere di due artiste con la doppia personale: Marisa Merz e Shilpa Gupta, nate a 50 anni di differenza, appartenenti a due mondi, tra Oriente e Occidente, due storie, tra generazioni diverse, in una conversazione sui temi del visibile e dell’invisibile, dell’immagine e della parola, del politico e del filosofico in una tensione etica e poetica che si compenetra e si completa nelle opere dell’una e dell’altra.
La pratica artistica di Marisa Merz (1926-2019) Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2013, esplora con sculture, installazioni e disegni la dimensione intima, domestica e privata in una poetica delicata, fragile e sottile come trame di rame.
Le opere di Shilpa Gupta (Mumbai, 1976) conducono a un’ulteriore riflessione sul presente, in particolare sui temi sociali e sulle identità culturali.
La mostra, aperta al pubblico fino al 1°ottobre 2023, è realizzata in collaborazione con la Fondazione Merz, con il sostegno di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e il Patrocinio del Comune dell’Aquila ed è realizzata sotto la direzione artistica di Bartolomeo Pietromarchi e la curatela di Fanny Borel.
Il titolo della mostra, Visibileinvisibile, si ispira al celebre testo incompiuto di Maurice Merleau-Ponty, “Il visibile e l’invisibile”, uscito postumo nel 1964.
La mostra restituisce la varietà di mezzi e ispirazioni di Marisa Merz che nelle sue opere, volutamente fuori da ogni tipo di definizione, esprime l’intimità del gesto artistico, lontana da mode e tendenze. Dai grandi disegni che evocano figure angeliche e spirituali con le quali l’artista invita a volgere lo sguardo verso l’io interiore, alle opere in filo di rame intrecciato attraverso cui propone una riflessione sui confini tra arte e artigianato, a quelle in stoffa e nylon che, come tutti i materiali utilizzati da Merz, rimandano a una profonda ricerca di qualità tattile, nonché una relazione con la sua fisicità, spesso ricercata in un contesto domestico come testimoniato anche dal video La Conta (1967) presente in mostra.
Shilpa Gupta (Mumbai, 1976) vive e lavora a Mumbai, in India ed è una delle artiste più importanti della sua generazione a livello internazionale, con presenze in molte delle più prestigiose manifestazioni e musei nel mondo, dalla Biennale di Venezia, alla Biennale di Gwangju fino alla Tate Modern e Serpentine Gallery di Londra. La sua pratica multidisciplinare, ampiamente rappresentata in visibileinvisibile, comprende un’ampia gamma di media e processi come il testo, la scultura, il video, la fotografia e il suono attraverso cui vengono esplorati i confini fisici del corpo e i limiti ideologici della storia. L’artista si interessa alla percezione umana e al modo in cui le informazioni, visibili o invisibili, vengono trasmesse e interiorizzate nella vita di tutti i giorni. Nel suo lavoro emergono temi quali le barriere di genere e di classe, le differenze religiose, il potere degli apparati statali repressivi e gli effetti negativi che questi producono.
La relazione creata fra le opere delle due artiste nelle luminose sale di Palazzo Ardinghelli, nel cuore dell’Aquila, attiva percorsi che superano ogni limite e ogni confine e, dall’interno, si liberano verso altri spazi. Attraverso l’arte, il “vedere”, tradizionalmente privilegiato dalla cultura occidentale e il “sentire” in quella orientale, conducono a ripensare le categorie fondamentali su cui queste culture si fondano.