Per Lorenzo Viscidi, in arte Bluer, la spiritualità è da sempre un’assoluta protagonista. Da 30 anni, infatti, egli conduce questa ricerca, difficile e inesausta, attraverso un continuo flusso di idee, intuizioni, visioni, prove, tentativi, delusioni e ripartenze, esperienze diverse per ogni materia che diviene, riprendendo una definizione dell’artista stesso, “cristallo di sé e tuffo nell’oltre”.
È quanto l’artista intende comunicare con la sua mostra nella Galleria Civica Cavour di Padova, fino al 21 maggio.
Sono 100 le opere ospitate nelle sale della Galleria, distribuite in due differenti sezioni: Spirituale Estremo, incentrata sui dipinti dell’artista e Im-material, che include creazioni realizzate in ceramica e plexiglass. Nel percorso di mostra particolare rilievo viene dato alla collezione denominata Aqua: una delle opere, Water on the Moon, che presenta una goccia d’acqua “imprigionata” nel plexiglass, è stata inserita nella Moon Gallery, un’installazione artistica internazionale e collaborativa che comprende opere di artisti provenienti da tutto il mondo che ha orbitato intorno alla terra nella Missione Spaziale Internazionale e che, dopo una serie di mostre itineranti, andrà nella sede permanente sulla Luna.
In un momento storico in cui l’arte sembra essersi spogliata della sua vera essenza e si limita a immagini in grado di stupire, correlate alla dicotomia corpo-mente, il “facitore del blu o blue maker”, come lo stesso Bluer ama definirsi, propone un ritorno al passato, a quello slancio creativo che nei secoli scorsi traeva linfa vitale ora dall’epos, ora dalla religione, ora dal mistero, ora dalle indagini introspettive. L’artista diviene sacerdote di un rito libero, nel quale estetica e conoscenza si congiungono per abbracciare l’essere umano in ogni sua dimensione, laddove ognuno di noi rappresenta il risultato di uno stretto connubio fra Anima e materia.
L’artista precisa: “Ciascuno di noi è un mistero unico e irripetibile, ma al tempo stesso la nostra energia è fraterna, empatica, agganciata a quella degli altri. E, in questa dimensione Spirituale, torniamo ad essere anche più vicini gli uni e gli altri in un abbraccio fraterno: mentre corpo ed “io” risentono di esperienze individuali e di gruppi etnici e sociali, nell’ Anima risiede la nostra Gioia, grazie alla quale le persone si sentono collegate da un Dono comune”.