Il MACRO, Museo d’Arte Contemporane di Roma, fino al 27 agosto ospita contemporaneamente ben cinque mostre: “After The Light”; “What why WET?”; “Beethoven Was a Lesbian”; “Tempus Fugit”; “Retrofuturo”, con nuove opere di Monia Ben Hamouda (1991), Beatrice Celli (1992) e Diego Gualandris (1993).
“After The Light” raccoglie disegni, acquerelli, tele e alcuni esperimenti scultorei di Jochen Klein, opere esposte con quelle di altri artisti che il pittore ha incontrato nel suo percorso: Julie Ault, Thomas Eggerer, Ull Hohn, Amelie von Wulffen e Wolfgang Tillmans che è anche co-curatore della mostra assieme a Luca Lo Pinto, direttore del Macro.
“What why WET?” presenta la storia editoriale di “WET: The Magazine of Gourmet Bathing”, rivista fondata nel 1976 a Venice dall’artista, editore e scrittore Leonard Koren.
“Beethoven Was a Lesbian” è la mostra dedicata alla ricerca musicale della compositrice e teorica Pauline Oliveros con pubblicazioni e registrazioni sonore che ripercorrono l’intera carriera di Oliveros, dai suoi primi lavori di improvvisazione a quelli successivi che usano anche dispositivi tecnologici.
“Tempus Fugit” è la mostra ideata da Studio Temp che unisce riflessioni sul ritmo lavorativo, sulla cultura urbana con riferimenti visivi della provincia italiana.
Per “Retrofuturo” sono inoltre presentate le opere di tre nuovi giovani artisti italiani: Monia Ben Hamouda, Beatrice Celli e Diego Gualandris, sezione che sta dando forma a una collezione dedicata alla nuova generazione artistica italiana.