Al Museo Castromediano di Lecce, fino al 2 marzo è allestita “Prule”, mostra fotografica di Raffaele Puce.
“Prule”, nell’idioma salentino significa “polvere”, anche polvere da sparo, raccoglie una parte dell’investigazione che il fotografo ha dedicato all’arte pirotecnica, nello specifico alla tradizione dei fuochi d’artificio di giorno. Quella di Puce non è però semplice documentazione, è trasfigurazione e trasmutazione. “I fuochi di giorno di Raffaele Puce sono il gioco. Visioni, fantasie, memorie di polvere … Nuvole immaginarie dove ognuno vede quel che vuole, o quel che sogna. Senza inganno o menzogna, senza un’unica, imperturbabile verità”, scrive in catalogo Anna Lucia Tempesta, archeologa del Museo Castromediano.
E Marc Tibaldi precisa: “…spazio esterno e paesaggio interiore si sovrappongono. Tra terra e cielo. Tra realtà e invenzione. Tra idea e materialità della vita. Dal cielo si ricade sempre sulla terra per misurarsi con il pericolo”.
Le fotografie di Puce, un’ecologia dell’immaginazione, riattivano la sensibilità dello sguardo assaltato dal frastuono e dal sovraccarico delle immagini televisive e degli smartphone che si perdono nelle memorie digitali.
Raffaele Puce, fotografo, svolge ricerche fotografiche con particolare attenzione alle musiche popolari e di ricerca e al rapporto tra beni culturali e territorio, collaborando con il Museo Castromediano di Lecce. Oltre a Prule, che presenta in questa mostra, ha pubblicato il catalogo Parazioni (Edizioni Aramirè). Laureato all’Accademia di Belle Arti, dopo aver vinto il Premio Nazionale Giovani Artisti / Biennale del Mediterraneo, ha partecipato a mostre collettive in Italia e all’estero, tra cui: Sequenze, Museo Ken Damy / Brescia; Outono Fotografico / Spagna; Diario quotidiano, Musinf / Senigallia. Tra le esposizioni personali, ricordiamo: Bande e Yinnina_Minafric for Mandela, Talos festival/Ruvo; Portokalli site, Borgoinfesta/Borgagne; Mille Piani, Copertino.
Nell’occasione è stato pubblicato un catalogo in cui sono riprodotte le fotografie esposte.