La nuova mostra di Giovanni Fattori presso Palazzo Fava di Bologna, fino al 1 maggio 2023 e dopo oltre 50 anni dall’ultima mostra presentata a Bologna, celebra l’unicità di uno dei pittori più importanti della macchia, “il primo naturalista che abbia dato una singolare fisionomia alla pittura italiana”.
Il percorso espositivo a cura di Claudia Fulgheri, Elisabetta Matteucci e Francesca Panconi, presenta una selezione di oltre 70 opere della produzione del maestro eccezionale precursore della modernità del XX secolo.
La sequenza delle opere offre al visitatore la possibilità di seguire l’intera evoluzione creativa della pittura di Fattori, accorpando la selezione in nuclei tematici: La macchia: nascita di una nuova arte, Il tema militare come documento di storia e vita contemporanea, L’altra faccia dell’anima, Castiglioncello, “remoto e delizioso sito”, L’intima percezione del proprio tempo, La luce del vero, elemento vivificante e Gli animali, creature amiche, potenti e pacifiche, dalle prime ricerche sulla macchia applicate alla documentazione degli eventi bellici risorgimentali, con capolavori quali Soldati francesi del ‘59, in cui le sagome dei soldati sono risolte in pure macchie di colore nel paesaggio, Posta militare al campo e l’inedito In marcia.
Nei magistrali ‘ritratti dell’anima’, dipinti tra il 1861 e i primi anni del Novecento, la sensibilità introspettiva si combina con il marcato realismo di stampo toscano. Particolarmente attraente la serie di ritratti di amici e parenti che, come testimoni diretti di brani di vita del pittore, rivelano gli aspetti più intimi e lo strato sociale del suo mondo: tra questi I fidanzati del 1861, che restituiscono le fisionomie dei modelli, la cugina Argia Bongiovanni e Valfredo Carducci, fratello di Giosuè. Non meno suggestivi i ritratti degli anni Ottanta e Novanta, tra cui il solenne buttero, Lo scialle rosso, Lupo di mare e Vecchio marinaio. In questi ultimi si abbandona il lessico sobrio ed elegante delle raffigurazioni d’interno, mentre emerge con forza dalla neutralità del fondo l’essenza della personalità del soggetto.
E ancora gli studi di paesaggio dell’aurea stagione di Castiglioncello, oasi di pace che lo accoglie alla morte dell’amata moglie Settimia Vannucci e gli restituisce slancio creativo, e la narrazione attenta e nostalgica delle trasformazioni del tessuto urbano fiorentino, fra tetti, carrozze e barrocciai, le vedute marine come Mare azzurro, La Punta del Romito e La Punta del Romito con barche e pescatori.
Risale alla fine degli anni Ottanta l’incontro con la vitalità primigenia della Maremma, dove il pittore coglie, nella simbiosi tra uomo e animale, la traccia della propria anima insieme schietta e genuina. Un incontro che dà nuovo slancio alla sua creatività, con capolavori quali La mena in Maremma o il lirico Viale con buoi e spaccapietre, presentato alla critica internazionale nella rassegna International Exhibition di Filadelfia del 1876.
Il catalogo, edito da Skira Editore e a cura di Claudia Fulgheri, Elisabetta Matteucci e Francesca Panconi, è arricchito da un nutrito apparato iconografico che documenta la figura di Fattori in ogni suo aspetto e la prefazione di Pupi Avati.