In occasione del festival Green Line, al Museo Novecento di Firenze prosegue il progetto “Wonderful!” nato nel 2020 e volto a raccontare gli sviluppi più recenti dell’arte in Italia dando voce a una generazione di nuovi artisti, ai loro linguaggi e a loro sguardo sulla contemporaneità.
Giunto alla sua terza edizione, quest’anno si lega alle tematiche al centro del festival Green Line, come il cambiamento climatico e la sostenibilità e, fino all’8 gennaio prossimo, presenta una doppia personale, curata da Stefania Rispoli con la Direzione artistica di Sergio Risaliti, dedicata alle due giovani artiste Camilla Alberti (Milano, 1994) e Anouk Chambaz (Losanna, 1993), dislocata tra la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio e il Museo Novecento. Le opere, tra sculture, video, disegni e ricami, esposte nelle due sedi, tematizzano la crisi ecologica e sociale in atto, immaginando nuovi scenari a partire dal superamento dell’antropocentrismo, dall’osservazione della natura e dal dialogo tra specie diverse.
Le opere esposte all’interno della Sala d’Arme nascono da una rilettura del passato di questo luogo, un tempo la sede dedicata al corpo di guardia e all’armeria del Palazzo. Camilla Alberti schiera così al centro dello spazio un esercito di sculture, creature ibride e aliene immaginate per sopravvivere ai confini della realtà, che si inseriscono all’interno di una ricerca che combina l’osservazione delle rovine contemporanee all’immaginario mitologico e fiabesco dei mostri. In The Adoubement: Ceremony for Extremophile Bodies (La Vestizione: cerimonia dei corpi estremofili). Attraverso un processo di ‘archeologia urbana’, l’artista recupera oggetti abbandonati o scarti industriali per assemblarli insieme a elementi naturali (come arbusti e tronchi) e ad altri materiali (tra cui alluminio e gesso) creando figure stranianti, affilate e intricate, allo stesso tempo respingenti ma affascinanti, che procedono non curanti della nostra presenza. Sempre negli spazi dell’antica armeria di Palazzo Vecchio, Anouk Chambaz presenta una videoinstallazione dal titolo Le Sentinelle, undici ritratti di bambini posti alla guardia di un tesoro misterioso, immersi in un silenzio a tratti assordante.
La mostra prosegue all’interno delle sale del Museo Novecento, dove Camilla Alberti presenta una serie di ricami realizzati con macchine industriali multi-teste.
Un linguaggio sottile e poetico connota la produzione artistica di Anouk Chambaz, che ci porta a riflettere sul complesso rapporto tra la fascinazione per una natura selvaggia e il nostro desiderio recondito di poter addomesticare la bellezza. Marica, ninfa dell’acqua e signora degli animali, è il ritratto di Donatella di Cola, nata come apicoltrice e poi diventata allevatrice di farfalle dopo che una di loro aveva attaccato l’habitat delle sue api. Invece che combattere il parassita, l’allevatrice ne fa il motore di una nuova esperienza, trasformando un fallimento in opportunità.