Organizzata dal Forte di Bard (Aosta), che la ospita fino al 10 aprile prossimo, in collaborazione con Silvana Editoriale, che ha pubblicato il catalogo, la mostra “Il Déco in Italia l’eleganza della modernità” è un progetto espositivo, curato da Francesco Parisi, che presenta 230 opere tra pittura, scultura, decorazioni murali, arti applicate, manifesti e illustrazioni che svelano l’evoluzione del Déco in nove sezioni allestite nelle sale delle Cannoniere e delle Cantine della fortezza.
Il termine Art Déco deriva dall’abbreviazione riferita all’Exposition International des Arts Decoratifs et Industriels Modernes, tenuta a Parigi nel 1925, che diede il via ad un fenomeno che rivoluzionò lo stile e il gusto nelle arti decorative, arti visive, architettura e nella moda. La mostra oltre a ricostruire proprio la sezione italiana presente a quell’evento epocale, intende restituire una sorta di fotografia di quanto si andava producendo in quegli anni non solo nelle arti decorative ma anche in pittura, scultura e grafica. Esposte non solo le sfavillanti ceramiche firmate da Gio Ponti per Richard Ginori e le delicate trasparenze buranesi di Vittorio Zecchin, ma anche opere di pittura e scultura, connotate da quel gusto sintetico e lineare che caratterizzò una parte dell’arte italiana di quegli anni.
Molte le opere pregevoli, come il pannello in ceramica di Galileo Chini che ornava il salone del padiglione Italia, il ritratto di Augusto Solari di Adolfo Wildt, le celebri ceramiche di Francesco Nonni e straordinari dipinti di Aleardo Terzi e Umberto Brunelleschi che segnano un versante più illustrativo della pittura di quegli anni, gli studi preparatori per il grande arazzo del Genio Futurista di Giacomo Balla (che ornava la scalinata del Grand Palais). Tra i numerosi ritratti femminili svetta uno dei dipinti più rappresentativi di Giulio Aristide Sartorio.