Ottocento. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento


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La GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, fino all’11 aprile 2023 presenta una mostra ricca di sorprese che intende offrire l’occasione per riscoprire parte della collezione ottocentesca del museo, ormai da quasi quattro anni non più visibile al pubblico.

Curata da Riccardo Passoni, Direttore della GAM, e da Virginia Bertone, Conservatore Capo delle raccolte, la mostra presenta settantuno opere tra dipinti, pastelli, grandi disegni a carbone, sculture in marmo, delicati gessi e cere. Nel percorso sono presenti capolavori ben conosciuti come “Dopo il duello” di Antonio Mancini, “L’edera” di Tranquillo Cremona o “Lo specchio della vita” di Pellizza da Volpedo, accanto a opere sin qui mai esposte, ma che nell’Ottocento erano considerate come veri gioielli della raccolta moderna del Museo, come la tela di Enrico Gamba, “Ecco Gerusalemme!” o quella di Francesco Gonin, “Nobili in viaggio”, che grazie alle ricerche condotte per la mostra ha ritrovato la sua storia e il suo vero titolo: “La guida. Studio di castagni dal vero”.

Antonio Fontanesi, Stagno luminoso, 1874 circa, Photo Gonella 2022

Per rendere più immediatamente leggibile la trama della collezione, il percorso pone a confronto la nobile tradizione della pittura di figura con la novità delle ricerche sul paesaggio che furono, nelle loro espressioni più libere e sperimentali, oggetto di aspre critiche da parte della stampa conservatrice e dell’istituzione accademica.

Il percorso della mostra è articolato in otto sezioni tematiche: Nascita di una collezione, Nuove sensibilità e ricerche, La pittura di paesaggio al Museo Civico, Dalla Scapigliatura al Divisionismo e Ricerche simboliste tra pittura e scultura. Ad arricchirlo sono tre spazi monografici dedicati ad Andrea Gastaldi, Antonio Fontanesi e Giacomo Grosso, che sottolineano la loro influenza sulla scena artistica torinese anche attraverso i significativi nuclei delle opere conservate alla GAM.

Se il tema della pittura di paesaggio è destinato a divenire centrale rispetto all’identità della collezione ottocentesca torinese, la mostra intende anche sottolineare alcuni inaspettati sviluppi della pittura di storia e di figura. Se ancora a metà Ottocento, cioè al momento della formazione della collezione della GAM, questo genere era considerato il più nobile e il più apprezzato tra i generi pittorici, nei decenni immediatamente successivi queste certezze iniziano a incrinarsi e diversi giovani artisti si mettono alla prova con coraggiosi tentativi volti a rinnovare la tradizione della pittura di figura.

La mostra è stata l’occasione per un lavoro di ricognizione e di studio di tutte le opere che vengono presentate, un lavoro di cui dà conto il catalogo pubblicato da Silvana Editoriale e che raccoglie i saggi di Virginia Bertone e dello storico del Risorgimento Silvano Montaldo.

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