Con il titolo “Cosa oltre noi abitava questa casa”, il Museo d’Arte Contemporanea di Cassino ospita fino al 29 gennaio prossimo la mostra personale di Eduard Winklhofer “Lavori senza titolo 1982-2022”, realizzata a cura di Bruno Corà, che annovera alcune opere dell’artista austriaco mai viste in Italia e altre concepite per questa specifica occasione.
L’artista, che laureatosi in Pittura in Italia, presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia è giunto alla maturità linguistica evidenziatasi nel suo lavoro pittorico-plastico, dopo un intenso tirocinio in Germania, torna a Cassino dove è presente una sua significativa opera in permanenza, già nella Collezione del Museo sin dagli anni in cui la famiglia Longo iniziava a collocare sculture nel giardino antistante l’attuale sede museale. In quel luogo, infatti, si può tuttora ammirare un’originalissima installazione ipogeica di Winklhofer tra le altre sculture presenti.
Il lavoro di Winklhofer si definisce attraverso un uso attento dei materiali da lui impiegati, non più usati nell’accezione “poverista” ma per le loro proprietà morfologiche, cromatiche e capaci di suggerire o produrre suggestioni di carattere poetico che influiscono sulla creazione delle immagini.
Oggetti, materiali, strumenti, tutto cade sotto l’attenzione di Winklhofer che metabolizza ogni cosa elaborandola con princìpi etici della forma ed enunciativi dei significati e dei contenuti immaginati.
Eduard Winklhofer, nato a Voitsberg (Austria, 1961) e residente in Germania (Düsseldorf), dopo gli studi artistici in Italia ed entrato in contatto con la realtà artistica del nostro Paese, allaccia rapporti con numerosi artisti internazionali.
Oltre a numerose mostre personali (A Düsseldorf – dove per anni è assistente di Jannis Kounellis all’Accademia di Belle Arti a Mosca, a Berlino, in Cina e altrove) nel 2005 partecipa al concorso promosso dal Museo dell’Accademia di Firenze e vince il Premio David di Michelangelo per la scultura.
Spesso le sue opere si coniugano in termine di creazioni sceniche con il teatro d’avanguardia soprattutto in Germania dove tuttora Winklhofer vive e opera.
Il titolo della mostra è tratto da una poesia di Marina Cvetaeva.