Il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme (PD), fino all’8 gennaio 2023, “racconta” l’arte di Mario Sironi attraverso opere provenienti dal “grande Collezionismo italiano”, con una mostra realizzata a cura di Chiara Marangoni e Alan Serri.
Dal chiaro intento antologico, la mostra ripercorre la lunga e per alcuni controversa carriera artistica dell’artista: dal piccolo olio, dedicato a un paesaggio del 1900, opera di un Sironi giovanissimo appena quindicenne, fino alle ultime opere di una maturità dolorosa, tra cui il Giudizio Universale degli anni ’60 che chiude il percorso espositivo. Una sorta d’inventario dell’anima, tratteggiato dal susseguirsi delle opere dei grandi collezionisti italiani che hanno amato, di Sironi, l’innovazione poderosa e il silenzioso, conscio volume, che rende l’artista così lontano, nei risultati, dal guizzo futurista delle origini, così sordo persino ai richiami della propaganda fascista (di cui viene ritenuto spesso l’alfiere). Anche la sua adesione assoluta al fascismo si rivela infatti, nella resa artistica, un parziale fraintendimento: a Sironi interessa realizzare un’arte sociale che tutti possano comprendere ed apprezzare come segno di un’Italia che si fa valere, che recupera una sua credibilità. Attraverso i dipinti esposti, espressione della personalità multiforme, ma sempre coerente del maestro, la mostra di Abano ci accompagna nella storia di un impeto sentimentale e sociale che ritiene di trovare una struttura, aderendo all’ideologia. Ma non solo. Nelle tele, nelle città deserte di una solitudine solida e disperata (che mal s’attagliano al mito dell’Italia di regime), così come nelle composizioni del dopoguerra (significativa la Madonna col bambino del 1956), ciò che emerge è il lirismo di Sironi, una poesia disperata, come di chi ha attraversato l’inferno e visto crollare ogni ideale, tutta racchiusa nell’opera Due Figure (1955), scelta come immagine guida dell’esposizione (un olio su tela dell’ultimo periodo dell’artista, finalmente libero di esprimere lontananze), ma presente, come dimensione intima e segreta ancor prima che maestosa, nell’intero percorso umano e professionale di Sironi. È la crepa, è la malinconia che prende il sopravvento sulla retorica. Lo testimoniano le oltre settanta opere che animano il percorso espositivo che si dipana nelle sale del Museo, dialogando in un intrecciarsi di epoche e stili diversi, con gli affreschi e i pezzi della collezione permanente di Villa Bassi. Esposti inoltre due studi preparatori per la decorazione murale Venezia, l’Italia e gli Studi che Sironi realizza per l’Aula Baratto di Ca’ Foscari tra il 1935 e il 1936. Ed è proprio l’Università di Cà Foscari in collaborazione con il Museo a proporre visite guidate e video-approfondimenti sull’affresco. A corollario della mostra un ricco carnet di laboratori didattici, presentati da CoopCulture insieme all’Assessore alla Cultura Michela Allocca e curati dallo staff di educatori del Museo Villa Bassi Rathgeb, rivolti agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado che permetteranno ai bambini e ai ragazzi di sperimentare la propria manualità e creatività, seguendo percorsi che intrecciano musica, lettura e pittura.