Davide Cantoni. Of Men and Giants: The dreams of History of Elisabetta


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Fino al 16 dicembre prossimo, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nelle sale dedicate alla Collezione Farnese, ospita la mostra “Of Men and Giants: The dreams of History of Elisabetta”, a cura di Memmo Grilli, per un interessante e stimolante dialogo tra i famosi “disegni bruciati”, alcuni realizzati per l’occasione, di Davide Cantoni e le celebri sculture della Collezione Farnese.

Davide Cantoni, Henderson’s Island,2017, disegno bruciato, cm122x184, Courtesy l’artista e BLINDARTE


L’artista presenta in questa mostra opere che fanno parte di 2 recenti cicli: Les Etrangers e le opere sulle conseguenze del surriscaldamento globale (2 degrees). Realizzate con la tecnica della bruciatura su carta eseguita con lente di ingrandimento, le opere ispirate dalle immagini pubblicate sul New York Times entrano in diretto contatto visivo con le celebri sculture esposte al Museo in un meccanismo di dialogo ma anche scontro tra giganti e uomini comuni.
Per la serie de Les Etrangers l’artista prende spunto dal capolavoro letterario del 1942 di Albert Camus L’Étranger (Lo Straniero). Un libro che esalta forse meglio di qualunque altro quel sentimento di indifferenza e di alienazione che in certi casi si sviluppa e si diffonde nella popolazione. Gli stranieri in questo caso sono tutti protagonisti di episodi di cronaca, apparsi nelle pagine di quotidiani (in primis il New York Times, ma anche altri giornali).
Nel ciclo di opere in cui focalizza l’attenzione sulle conseguenze del surriscaldamento globale, Cantoni mostra come le problematiche escano fuori dai margini dei salotti della politica internazionale per investire direttamente l’uomo e gli altri esseri viventi, e la vivibilità del pianeta. Le immagini, fragili per effetto delle bruciature, mostrano come questa piccola misura espressa in gradi – 2 – possa creare enormi differenze, portando il mondo per la prima volta davanti ad una catastrofe di proporzioni globali mai affrontata in precedenza creata da noi stessi, l’era dell’antropocene.
I disegni bruciati, le celebri opere realizzate da Cantoni concentrando la luce del sole attraverso una lente di ingrandimento che, imitando il processo fotografico, arriva a bruciare i tratti disegnati sulla carta, si arricchiscono in questo ultimo nucleo di opere (circa 15) per la presenza del colore, ormai, come dice l’artista, sempre più presente anche sulla carta stampata.
A queste opere si aggiungono 2 appositamente realizzate dall’artista.
“Palmyra”, l’enorme quadro, dipinto con candeggina su telone fotografico nero, rappresenta l’immagine dei resti del teatro dell’antica città Palmyra (Syria) gioiello archeologico, che fu distrutto dai militanti Isis/Daesh insieme a gran parte del sito archeologico, quando presero controllo della zona nel 2015.
“Ukraine Flag”, un campo di azzurro e uno giallo divisi da bruciature, una bandiera divisa da un gesto distruttivo che nonostante rimane integra.
Le sculture della collezione, gigantesche di statura, sono anche dei Giganti della storia e della cultura, mentre le immagini di Davide Cantoni che ritraggono gli eventi di oggi, dei fatti dei “piccoli “esseri umani, sono dei reperti archeologici per il futuro.
L’artista bruciando le opere, da una parte brucia la notizia, dall’altra la eleva a opera d’arte. La innalza. E questo crea invece un effetto opposto cioè di rendere più duratura l’immagine e di farla sopravvivere all’incessante sovrapporsi di notizie che genera l’oblio.

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