Il titolo della mostra personale di Koo Jeong A, a Palazzo ducale di Genova fino al 22 novembre prossimo, è Stars Above the Tree, titolo che in qualche modo lascia immaginare che i nuovi dipinti Seven Stars, oltre a essere la continuazione della precedente serie sulle stelle, siano collegati in qualche modo ai piccoli preziosi disegni su carta di riso di alberi squisitamente umani Your Tree my Answer.
Nelle grandi tele della serie precedente Seven Stars, monocromi alla luce del giorno e dipinti figurativi nel buio, il rimando al fotoperiodismo terrestre era in qualche modo mimetico e agito. I dipinti erano realizzati spruzzando la tela, con la tecnica dello stampino, di pigmenti fosforescenti che si caricano nella luce per diventare visibili in contrasto con il buio.
I nuovi dipinti Seven Stars sono acrilici su tela di lino non preparata che rimandano non tanto alla dimensione in sé, ma a una curiosa deviazione poetica di ciò che in fisica viene definito degrees of freedom: i gradi di libertà determinano la posizione e il moto di un punto materiale nello spazio delle configurazioni possibili. Le prospettive dei nuovi dipinti Seven Stars escono dallo spazio euclideo kantiano per rimandare a un numero arbitrario di dimensioni. Se l’osservatore penetra questo spazio dell’immaginazione comprende che le “Sette Stelle” di Koo Jeong A non si ergono sulla contingenza, ma ne sono parte e la influenzano. In questi dipinti le stelle non sono in una dimensione ma sono esse stesse le dimensioni: le stelle appaiono come oggetti matematici scaricate da ogni eccesso realistico, analitiche e sintetiche nel contempo, colte con l’appercezione leggera e immediata di un intelligenza emotiva atta a mostrare la connessione tra la Terra e il cielo. Le stelle di Koo Jeong A sono soprattutto sopra agli alberi. Tra gli alberi e le stelle lo spazio ha una curvatura variabile, si tratta di uno spazio in cui l’osservatore e l’osservato appaiono legati intimamente. Lo sguardo che osserva queste stelle è uno sguardo ontologico che informa e partecipa alla danza dei corpi celesti, verrebbe quasi da azzardare che Koo Jeong A nei suoi dipinti abbia immaginato un’osservazione altra rispetto allo sguardo umano. Sembra che la capacità più straordinaria del mondo vegetale sia appunto la visione. Gli alberi, le piante hanno una percezione chiarissima della luce e sanno come intercettarla. È attraverso questo senso acutissimo della luce che gli alberi sanno quando germogliare e fiorire. Della luce gli alberi sanno riconoscere intensità e lunghezza d’onda. Ovunque sulla superficie del loro corpo, ma soprattutto sulle foglie, gli alberi sono ricoperti da sensori sensibili alla luce, i fotorecettori. Le foglie degli alberi sono come ricoperte da tanti piccolissimi occhi.
Le stelle di Koo Jeong A sono sette come sono sette i pianeti che fin dall’antichità vengono accomunati al mondo vegetale, dalla Grecia classica passando da Cornelio Agrippa a Marsilio Ficino con la teoria delle segnature fino a Rudolf Steiner, il padre dell’agricoltura biodinamica, che nel 1924 dedicò un ciclo di nove conferenze all’azione delle stelle e dei pianeti sulla vita terrestre. Non a caso tutte le attività di coltivazione della tradizione erano eseguite seguendo il calendario lunare.
I dipinti della nuova serie Seven Stars come gli alberi di Your Tree my Answer orbitano nella medesima dimensione della cura che in questo caso è la cura dell’ambiente, la cura dai pregiudizi di matrice specista, la cura di ogni singola virtù che ognuno dei sette pianeti dispensa sul pianeta Terra.